Il 21 giugno 2010, nella Sala “Cav.
Mario Merz” del Centro Civico di Cognola, per iniziativa di Gianko
Nardelli, si inaugurava la mostra di foto, articoli e documenti, “La
colonia di Pralungo: Tra passato e presente – da Convalescenziario a
base scout”, con durata sino al 9
luglio. Ma una precedente mostra, sempre sulla Colonia di Pralungo, si
tenne, dal 25 ottobre al 8 novembre 2009, presso il Centro sociale di
Montevaccino, per celebrarne gli 80 anni di attività.
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Dov’era inizialmente un rustico, che
doveva ospitare un “rocòl” per la caccia, nei boschi a est di
Montevaccino, il 10 giugno 1927, per iniziativa del dott. Leopoldo
Pergher, direttore del dispensario antitubercolare, con l’appoggio del
dott. Ferrante Giordani, medico capo dell’allora Cassa Mutua Provinciale
di Malattia di Trento, si inaugurava un Convalescenziario
antitubercolare per ragazze, con 17 ospiti affette da TBC, una vera e
propria piaga sociale che mieteva molte vittime a quei tempi, e 4
religiose della Congregazione
Suore di Carità delle Sante B. Capitanio e V.
Gerosa, note come le Suore di Maria Bambina. Col tempo sarebbero
arrivate anche ammalate provenienti da Bolzano, Varese,
Venezia ed altre province italiane.
Mancavano l’acqua e la corrente
elettrica. L’approvvigionamento idrico si faceva con carri trainati da
buoi o muli. Nel 1929, oltre all’allacciamento dell’acqua arrivarono
pure l’elettricità e il telefono. Il 16 giugno dello stesso anno, la
struttura era benedetta solennemente dall’Arcivescovo di Trento, mons.
Celestino Endrici.
Negli anni successivi il
Convalescenziario fu ampliato. I posti per le ospiti salivano a 35 e
furono acquistati appezzamenti prativi e boschivi attorno ad esso per la
realizzazione di un parco. Nel 1943 la superficie complessiva avrebbe
superato i tre ettari, raggiungendo i 33.308 m2.
Fra tutti si ricorda la benefattrice
Annetta Tabarelli de Fatis. In sua memoria fu edificata nel 1930 la
chiesetta dedicata a S. Anna, decorata da Luigi Battisti e ampliata nel
1943. L’artista Gino Pancheri dipinse nella veranda della struttura tre
suggestive opere raffiguranti la maternità, il lavoro ed il riposo. Nel
1931 era stata ampliata e migliorata la strada e nel 1933 vi saliva la
prima automobile.
Nel 1939 la struttura fu ulteriormente
ampliata, con l’aggiunta del primo piano, aumentando i posti
d’accoglienza sino a 60. Nel 1942 fu raggiunto, nei vari turni, il
numero record di 249 ospiti.
Il Convalescenziario avrebbe sospeso
l’attività nel 1944, ma rimase come struttura d’accoglienza per
l’assistenza alle donne lavoratrici, dipendenti delle industrie di
Rovereto, debilitate da lavori usuranti. Dal 1980 l’abbandono, i
vandalismi e il degrado della struttura. Poi la Provincia autonoma di
Trento acquisì l’immobile. Ne sanò i danni con la ristrutturazione e poi
l’affidamento, dal 1986, alla cooperativa scout “Il Bivacco” di Trento.
Dal 1990 la Colonia rinasce con la nuova denominazione di “Centro di
soggiorni sociali organizzati di Pralungo”, che poi muta in “Colonia di
Pralungo” per comunità di scouts, provenienti dalla regione e da varie
parti d’Italia.
La “Colonia di Pralungo”, nel suo
divenire, riassume un pezzo di storia non secondaria della nostra
comunità sofferente. Un patire che il lavoro, il volontariato e
l’abnegazione di tanti hanno cercato di alleviare. Ora essa si pone
nuove prospettive. Accogliendo i ragazzi, li istruisce e li proietta, in
modo rassicurante, in una società complessa qual è l’attuale.
Per concludere, non vanno dimenticate –
e c’è ancora chi se ne ricorda – altre due strutture importanti in
Trentino, poste a presidio della salute della gente, come il Sanatorio
di Mesiano di Povo e il Manicomio di Pergine Valsugana. La prima
funzionò per la cura della tubercolosi, accogliendo pazienti senza
distinzione di sesso, fino alla seconda guerra mondiale. I suoi grossi e
inusuali edifici, con tetti stile impero, ristrutturati negli anni
Ottanta del Novecento, accolgono la facoltà di Ingegneria
dell’Università di Trento, una delle eccellenze in Italia.
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La
seconda è il Manicomio di Pergine,
altro luogo di umanità dolente. Aperto nel 1882, con una capienza
di duecento posti letto, fu in seguito
ampliato e poi chiuso nel novembre 2002. Personalmente me ne occupai nel
2002, per via della mostra documentaria,
Alla ricerca delle
menti perdute, che si tenne,
proprio in quell’anno, nei locali
del Foyer del Centro ex S. Chiara di Trento.
(Questo testo è fruibile nel sito
www.angelosiciliano.com).
Zell, 5 luglio
2010
Angelo Siciliano
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