CHIUSO A MONTECALVO IRPINO, IL 29 SETTEMBRE 2010, IL GIUBILEO POMPILIANO PER IL TERZO CENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN POMPILIO MARIA PIRROTTI.
Si era aperto solennemente il 29 settembre 2009 La figura di San Pompilio Prendeva avvio dalla sua cappella, nel giorno della sua nascita, il pomeriggio del 29 settembre 2009, presenti le autorità religiose, civili e militari convenute in Montecalvo Irpino, l'apertura solenne del Giubileo Pompiliano per il Terzo Centenario della nascita di Domenico Michele Giovan Battista Pirrotti, poi San Pompilio Maria Pirrotti. Di nobili origini e con antenati napoletani, egli nasceva a Montecalvo il 29 settembre 1710 ed era ragazzo quando rimase affascinato dalle prediche di P. Nicolò Maria Severino di S. Pietro degli Scolopi di Benevento, giunto in paese per le prediche della Quaresima. All'età di sedici anni, nel maggio del 1726, la "chiamata" lo induceva a lasciare la casa paterna per scappare di notte a Benevento e diventare novizio sulle orme di S. Giuseppe Calasanzio, che aveva fondato le prime scuole pubbliche d'Europa. Passò poi a Chieti, Melfi (Pz), Turi (Ba), Francavilla Fontana (Le) e Brindisi. Ordinato sacerdote dell'Ordine delle Scuole Pie, il 20 marzo 1734, fu docente a Brindisi, Ortona a Mare (Aq), Lanciano (Ch) e soprannominato "Apostolo degli Abruzzi". È sotto i nostri occhi come sia scaduta la scuola in questi nostri tempi di crisi morale, politica, etica ed economica. Per San Pompilio, invece, che fu maestro ed educatore, la scuola era qualcosa di "celestiale". Essere docente di lettere, per lui significava la prevenzione contro il male e la premessa per il bene. Perché lui, oltre che tra i migliori insegnanti dell'Istituto Scolopico in Italia, era educatore dei giovani per l'umano sapere, teologo, taumaturgo, mistico devoto del Sacro Cuore, dell'Eucaristia e della Madonna. Ma il fervore che metteva nella predicazione, in quell'epoca in cui andavano affermandosi le idee giansenistiche anticlericali, che allontanavano i fedeli dai sacramenti, gli creò dei nemici e nel 1747 fu cacciato da Lanciano. Da allora iniziò il suo calvario di girovago, che durò per venti anni, per varie regioni d'Italia. Sino alla fine dei suoi giorni. Passò più di undici anni a Napoli, ospite nella Casa Scolopica di Caravaggio, come insegnante, confessore, predicatore e assistente dei malati e indigenti. Per tutti era "Padre Pompilio". Ma il suo operato non era gradito a qualcuno. Accusato ingiustamente di turbolenza, faziosità, irrequietezza e tolleranza nell'assolvere i peccatori anche con colpe gravi, fu sospeso dalla confessione e dalla predica e cacciato da Napoli. Peregrinò per Chieti, Ancona, Lugo di Romagna e di nuovo Ancona. Il suo allontanamento aveva avuto il beneplacito di re Carlo III dei Borboni, che, per questo, temette la protesta popolare e qualche pericolo per il suo governo. Dopo sei anni d'esilio, ottenuto il permesso di rientrare nel Regno di Napoli, fu a Manfredonia con obbligo di domicilio coatto. Mai una sua protesta o lamentela per le persecuzioni, cui era sottoposto. Il suo motto era: "Patire, patire e nulla più!". E, nonostante le privazioni e le sofferenze fisiche, innamorato della Madonna, devoto del Sacro Cuore e di Gesù Sacramentato, se ne andava predicando la pratica della devozione quotidiana in Romagna e nelle Marche. Ne sono testimonianza le sue quasi mille lettere che sono giunte sino a noi. Nel 1765, proveniente da Ancona e diretto a Campi Salentina (Le), rivedeva i luoghi e le persone testimoni della sua santità. Passava anche per Montecalvo e, rintuzzando i ripetuti attacchi del diavolo, componeva "La Novena al Sacro Cuore di Gesù", che si diffondeva in breve nel Regno di Napoli. Celebrate le feste del Corpus Domini e del Sacro Cuore, nel ripartire salutava i compaesani con un "Arrivederci in paradiso". In sostanza era un addio al suo amato paese e alla tenuta di campagna, in cui era la Chiesa dell'Abbondanza, fatta costruire nel 1621 da Scipione Pirrotti, a cui lui teneva tanto e che sarebbe crollata col terremoto del 23 luglio del 1930. A Campi Salentina, una terribile carestia gli forniva l'opportunità di compiere miracoli di carità a favore degli affamati, che si rivolgevano a lui. Soprattutto i bambini. E si adoperò tanto anche per rinnovare e ripristinare le strutture collegiali degli Scolopi. Riaprì il noviziato, riorganizzò la scuola e riportò i fedeli in chiesa. Col fisico provato, messo a dura prova dall'alimentazione frugale, dai digiuni e dalle penitenze, il 13 luglio 1766, domenica, dopo aver predicato e celebrato messa, era colto da un malore nel confessionale. Spirava in estasi due giorni dopo, la sera del 15 luglio, dopo aver ricevuto l'Unzione degli infermi. Ed era subito acclamato dai fedeli per la sua santità. In vita aveva dialogato con i teschi del Sacro Cimitero della Chiesa del Purgatorio di Montecalvo, recitando con loro il Santo Rosario come se fossero vivi. A me capitò di raccogliere, tra gli anziani dialettofoni del paese, qualche aneddoto sul Santo e un antico cunto, "La chjiésija di lu Prijatòriu", sulla processione notturna dei defunti per la loro messa in questa chiesa, che non esiste più, come la chiesa del Santissimo Corpo di Cristo, tanto cara al Santo per avervi trascorso l'infanzia e perché vi erano sepolti i suoi genitori. Entrambe furono distrutte dal tremendo sisma del 1930 assieme al Convento di Santa Caterina d'Alessandria, Vergine e Martire, fondato dai Crociati nel 1099 e tenuto dai Padri Agostiniani, anch'esso frequentato dal Santo. A Montecalvo Irpino, quel terremoto provocò la morte di 71 persone. I decessi in provincia di Avellino furono 1052, mentre in tutto il territorio colpito dal sisma, comprese Napoli e Basilicata, furono 1404. Il convento di S. Antonio da Padova, invece, ultimato nel 1631 e affidato ai Frati minori di S. Francesco d'Assisi, è stato demolito dopo il sisma del 1962. Da vivo, dopo la fuga a Benevento nel 1726, San Pompilio tornò a Montecalvo solo tre volte: la prima, per motivi di salute, durante gli studi a Chieti; la seconda durante il viaggio che lo portava in esilio dal Regno di Napoli; la terza, nella sua ultima discesa da Ancona a Campi Salentina. Dichiarato beato, per le sue virtù eroiche, il 26 gennaio 1890, da papa Leone XIII, al secolo Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci (Carpineto Romano, 1810 Roma, 1903), fu canonizzato, il 14 marzo 1934, da papa Pio XI, al secolo Ambrogio Damiano Achille Ratti (Desio, 1857 Città del Vaticano, 1939), che lo indicava al mondo come "Apostolo e perfetto educatore della gioventù". Papa Leone XIII, che del beato Pompilio Maria Pirrotti era un estimatore devoto, gli dedicò quattro Distici in latino. Ma San Pompilio non è il solo santo dei nostri territori. Infatti, tra Sannio e Irpinia, troviamo San Pio a Pietrelcina (Bn), il cui santuario è a San Giovanni Rotondo (Fg), San Giuseppe Moscati a Benevento, Sant'Alberico Crescitelli ad Altavilla Irpina (Av) e la beata Teresa Manganiello a Montefusco e Pietradefusi (Av). E, per quest'ultima, detta la "Merlettaia di Dio", il regista irpino Pino Tordiglione sta girando un film documentario sulla sua vita. Il Giubileo Pompiliano.La cerimonia solenne dell'apertura giubilare, presieduta da S. E. Mons. Serafino Sprovieri, Arcivescovo Emerito di Benevento, si preannunciava foriera di fratellanza tra i fedeli di Irpinia, Sannio, Lecce e Salento. Ma anche di eventi liturgici, pastorali, sociali e culturali, ispirati alla spiritualità pompiliana, che sarebbero stati intrapresi nell'arco dell'anno a venire. E poi, convegni di studio e la valorizzazione dei siti della "Cittadella pompiliana", complesso di edifici del Santuario Mamma Bella dell'Abbondanza e San Pompilio nel centro storico del paese, anche nell'ottica della creazione di un idoneo itinerario turistico-religioso. E sarebbero uscite nuove pubblicazioni, per diffondere e far meglio conoscere la personalità, il pensiero e la missione del Pirrotti. Così l'abate Don Teodoro Rapuano aveva accolto S. E. Mons. Serafino Sprovieri: «Eccellenza, oggi il popolo si stringe intorno a Lei, non soltanto per il bene che ha fatto a questa comunità, ma anche per rispondere alla sua domanda. Sì! la Madonna dell'Abbondanza è stata, è e sarà per le nuove generazioni un vero segno di Dio. Montecalvo, oggi, con questo caloroso applauso, Le dice: Grazie!». Assegnato, il 3 settembre 1999, giovane parroco, ai fedeli di Montecalvo Irpino, facente parte dell'Arcidiocesi di Benevento, è soprattutto grazie alla sua opera instancabile, che tutte le attività della Parrocchia San Pompilio Maria Pirrotti, sorta il 25 dicembre 1999 dalla soppressione delle due preesistenti parrocchie di San Bartolomeo e di San Nicola, si sono proiettate, nell'ultimo decennio, verso le grandi celebrazioni giubilari del 2010. È, il suo, un autentico "innamoramento mistico", ma molto operoso, per la vita eroica di S. Pompilio e per la Madonna dell'Abbondanza, "Mamma Bella" per il Santo montecalvese, che sarebbero diventate i punti cardinali della sua opera pastorale, l'attività liturgica e di catechesi per promuovere la conversione, la spiritualità e la fede dei Montecalvesi e dei pellegrini che giungono in paese. Forse, il tutto subì una brusca accelerazione quel fatidico 16 marzo del 2001, quando, murate in un sottoscala di casa Pirrotti, oggi incorporata nel Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana, furono rinvenute tre statue: la Madonna dell'Abbondanza, S. Lorenzo martire e il busto della Madonna Addolorata. Esse appartennero alla famiglia gentilizia montecalvese dei Pirrotti e, dopo un lungo, delicato e meticoloso intervento di restauro, sono tornate alla devozione dei fedeli. Ma, oltre alla suggestione collegata a questo inatteso ritorno, c'è un mistero che riguarda la cinquecentesca statua della Madonna dell'Abbondanza, rivelatosi proprio in sede di restauro: un teschio, ben riconoscibile, nella pupilla vitrea del suo occhio destro. Personalmente, con ispirazione, le dedicai nel 2004 "Il Trittico dell'Abbondanza". La statua è ora esposta nella rinascimentale Cappella Carafa della Chiesa Abbaziale di Santa Maria Maggiore, la splendida Collegiata medievale a tre navate, che conserva ancora la struttura tardogotica del XV sec., situata in cima al disabitato centro storico montecalvese e inserita nel complesso di edifici del Santuario Mamma Bella dell'Abbondanza e San Pompilio. La Chiesa Abbaziale fu visitata numerose volte da Papa Benedetto XIII, al secolo Pierfrancesco Orsini dei duchi di Bracciano (Gravina di Puglia - Ba, 1649 Roma, 1730), nel periodo in cui era vescovo di Benevento. Diventato papa nel 1724, inviò alla Collegiata di Montecalvo un prezioso dono: due parati di tessuti finemente ricamati con le insegne papali e la dedica "Pro Montecalvo, A. D. 1724". Il casato dei Carafa diede alcuni cardinali alla città di Napoli nel XVI sec. e Giovan Pietro Carafa fu papa, dal 1555 al 1559, col nome di Paolo IV, oltre che zio di Sigismondo Carafa, primo conte di Montecalvo. La statua di S. Lorenzo martire e il busto della Madonna Addolorata hanno trovato degna collocazione nel Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana altra creatura di Don Teodoro Rapuano , inaugurato il 17 luglio 2008. Padre Martino Gaudioso delle Scuole Pie, confratello di S. Pompilio, che assolve abitualmente le sue funzioni nella scuola del suo Ordine a Frascati (Roma), è un prezioso compagno di viaggio di Don Teodoro e dei Montecalvesi. Grazie alle sue presenze estive a Montecalvo, ormai quarantennali, ha dato un contributo straordinario alla comprensione della poliedrica e affascinante figura del nostro Santo. Aperto il Giubileo Pompiliano, il 15 novembre 2009 era presentato nella chiesa di S. Bartolomeo il volume "Vi abbraccio in Dio, e in Dio vediamoci", di 128 pagine, con le 23 lettere di San Pompilio conservate a Montecalvo, a cura, con annotazioni e commenti di Padre Serafino Perlangeli delle S. P., per le Edizioni Montecalvo 2010. Il periodico "Sulle orme di San Pompilio", Anno IV N. 8 Agosto 2010 del Santuario Mamma Bella dell'Abbondanza e S. Pompilio in Montecalvo Irpino (Av), stampato a inizio 2010, aveva un contenuto monotematico con lo "Speciale Giubileo" rimarcato da frasi di giubilo: "Ritorna il Santo Ritorna il Montecalvese Ritorna l'Amico!". Come ogni anno, anche in questo numero, nelle pagine intitolate "Ad honorem Terrae Montis Calvi" erano riportati i giovani montecalvesi laureatisi nelle diverse discipline nel 2009, 13 in tutto: Giovanna Cavotta, Pamela Cavotta, Maria Teresa Corcetto, Macella De Cillis, Lorenza Flovilla, Roberta Flovilla, Lorena Frusciante, Pompilio Lo Conte, Cinzia Mangialetto, Caterina Perillo, Sabrina Pucino, Antonio Suglia e Valentina Triggianese. Erano festeggiati, il 30 gennaio 2010, nella chiesa di S. Bartolomeo da Don Teodoro Rapuano, da Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Redemptor hominis" di Benevento, dal Dott. Carlo Pizzillo, Sindaco di Montecalvo Irpino, e dall'On. Gianfranco Rotondi, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. I neodottori, dopo aver presentato ciascuno la propria tesi di laurea, ricevevano, dalle mani delle autorità presenti, l'attestato "Ad honorem Terrae Montis Calvi". È questa un'iniziativa che la Parrocchia ha avviato da alcuni anni e ha visto consolidare la sua importanza sia per la crescita culturale della comunità che per la valorizzazione dei giovani e il loro inserimento nel tessuto sociale. E trova la sua motivazione in una frase di San Pompilio: "Non voglio essere soltanto santo o soltanto dotto ma santo e dotto insieme". Intanto, era stata ancorata sulla strada un'alta struttura mobile come portale decorato, per cui il visitatore che arrivava a Montecalvo nell'Anno Giubilare e imboccava Viale Pini, che porta a Piazza Porta della Terra, al Municipio e alla "Cittadella Pompiliana", passava sotto il Portale-arco che gli dava il saluto beneaugurante: "Benvenuti nei luoghi della Memoria Pompiliana". Quando se ne andava, la stessa struttura lo salutava con un "Arrivederci nei luoghi della Memoria Pompiliana". In occasione dell'Anniversario dell'ordinazione sacerdotale di San Pompilio, avvenuta in Brindisi il 20 marzo 1734, si tenevano due importanti manifestazioni. La prima, il 10 marzo 2010, alle ore 19.30, nella chiesa di S. Bartolomeo, in cui si teneva la conferenza "Il Sacerdote: testimone, maestro e sentinella", con gli interventi del Prof. Mons. Pasquale Maria Mainolfi, del Prof. Davide Nava, docente di filosofia e pedagogia, e di Padre Pablo Vishkovskjj, OMI, vittima e testimone delle persecuzioni del regime sovietico e Segretario della Nunziatura Apostolica in Ucraina. La seconda, il 20 marzo 2010, alle ore 18.00, ricordava il 276° Anniversario dell'ordinazione sacerdotale di San Pompilio, con la solenne Concelebrazione eucaristica nella Chiesa Madre di Santa Maria, presieduta da Mons. Pasquale Maria Mainolfi e animata dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose e dalla Parrocchia di S. Gennaro di Benevento. Dal 3 all'11 agosto 2010, attuando il programma dettagliato del "Novenario itinerante", ci si preparava all'accoglienza del Corpo di San Pompilio, ovvero l'Urna con le Sacre Ossa, celebrando l'Eucarestia in alcuni luoghi simbolo per la comunità montecalvese: la Chiesa Madre, l'Area sacra della chiesa dell'Abbondanza, il cimitero, le chiese del Carmine, di S. Antonio, della Regina della Pace e di S. Nicola in Corsano. Le celebrazioni erano estese, portando sul posto la statua di San Pompilio, alle contrade S. Andrea, Corsano, Maurielli, Cesine, Tressanti, Cervo e Malvizza. Venerdì, 13 agosto, ritornavano a Montecalvo per la terza volta, accolte in Piazza Vittoria con gran giubilo dai fedeli, con le strade addobbate con nastri colorati, manifesti di benvenuto e i balconi pavesati a festa, le insigni Reliquie di San Pompilio. Erano salutate dal Sindaco Carlo Pizzillo, dal Rettore del Santuario di Campi Salentina e da Don Teodoro Rapuano. Seguiva la processione verso la casa natale del Santo e la sera era celebrata la messa, presieduta dall'Arcivescovo Metropolita di Lecce S. E. Mons. Domenico D'Ambrosio, sul sagrato della Cappella del Santo. L'indomani, processione con l'Urna di San Pompilio alla volta della Chiesa Madre di Santa Maria, con sosta di preghiera davanti a Palazzo Bozzuti, casa materna del Santo. A proposito della famiglia Bozzuti, anch'essa ormai estinta, si favoleggiava sino a qualche decennio fa, tra i contadini montecalvesi, che fosse la più ricca proprietaria terriera del paese. Era titolare della chiesa di S. Gaetano da Thiene, in via Dietro Corte, attualmente in stato pietoso e nella cui cripta sono sepolti i parenti materni del Santo. Per il ritorno straordinario delle insigni Reliquie, così scriveva don Teodoro, in un suo messaggio ai fedeli: "... in occasione del Giubileo Pompiliano ritornano a casa, nel luogo dove trecento anni fa, quel corpo ha iniziato a formarsi e dove, grazie al battesimo, è stato rigenerato a "vita nuova". Saranno giorni di grazia e di benedizioni per la nostra Comunità. In particolare, l'accoglienza della Sacre Ossa rinnoverà il nostro impegno ad aspirare sempre alla santità... Con letizia, come vostro parroco, invoco su di voi tutti la benedizione del cielo, certi dell'accompagnamento di Mamma Bella dell'Abbondanza, nostra celeste Regina". Il 15 agosto, Festa solenne dell'Assunta nella Chiesa Madre e recita del S. Rosario con l'Urna davanti alla statua di Mamma Bella dell'Abbondanza. Il 16 agosto, celebrazione della Memoria del Santo Battesimo, attorno al Fonte Battesimale nella Chiesa Madre, e poi processione con l'Urna di San Pompilio per le vie del centro storico del paese. Il 17 agosto, S. Messa pomeridiana, sul sagrato della Cappella del Santo, e inizio della Veglia notturna con l'Urna di San Pompilio nella sua stanza natale. Il 18 agosto, fine della Veglia notturna e foto ufficiale di tutti gli abitanti di Montecalvo in Piazza S. Pompilio. Il 19 agosto, celebrazione delle lodi nella Cappella del Santo, della S. Messa sul sagrato e dei 50° di matrimonio di alcune coppie di coniugi montecalvesi. Il 20 agosto, Festa solenne di San Pompilio, celebrazione della S. Messa sul sagrato della Cappella del Santo, presieduta da S. E. Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo Metropolita di Benevento. Partenza della processione con l'Urna e la statua di San Pompilio, con i fedeli festanti e oranti per le vie del paese, addobbate di nastri e festoni di palloncini colorati, scritte inneggianti al Santo e i balconi ornati di tappeti, tovaglie artigianali e coperte decorate. Ci si congiungeva, in Piazza Carmine, con tutte le statue dei santi della Parrocchia, sistemate ciascuna su un automezzo, e si partiva per sfilare in processione tutti insieme lungo tutto il paese. Rispetto a qualche decennio fa si notava la scomparsa di due usanze: il lancio di petali di rose e altri fiori dai balconi, da parte di ragazze e signore al passaggio delle statue dei santi, e la collocazione sulla strada, ogni centinaio di metri, di un tavolo apparecchiato con una coperta a fiori, per farvi poggiare la statua, far riposare i portatori devozionali a spalla e fare la propria offerta in denaro o monile d'oro, fissandola con uno spillo all'abito del santo o a un apposito nastro. Partecipavano alla cerimonia, con i propri gonfaloni, alcune confraternite e rappresentanze di Atessa (Ch), Campi Salentina (Le) e Sassinoro (Bn). A conclusione della giornata, il discorso finale di don Teodoro Rapuano ai fedeli, davanti alla Cappella del Santo, e congedo ufficiale dall'Urna. Il 21 agosto, S. Messa sul sagrato della Cappella del Santo e partenza dell'Urna con le Sacre Ossa per Campi Salentina. Le altre due volte, in cui l'Urna con le reliquie era tornata in paese, furono in occasione del bicentenario della morte, dal 19 al 26 maggio 1966, e poi per il Giubileo 2000, anno dell'istituzione della parrocchia unica in suo nome. Domenica, 22 agosto 2010, alle ore 10,45, era trasmessa, in diretta nazionale su Rai 1, la S. Messa dal Santuario di San Pompilio in Campi Salentina. Il 25 settembre, dopo essere stata ospitata nel Sannio, prima a Benevento e poi a Buonalbergo, ritornava di nuovo a Montecalvo l'Urna con le Sacre Reliquie. Era accolta nella chiesa del Carmine, dove era celebrata la S. Messa. Il 29 settembre, chiusura solenne del Giubileo Pompiliano con partenza della processione dei fedeli dalla Cappella del Santo, diretta alla Chiesa Madre di Santa Maria per la Concelebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale José Saraiva Martins, dell'Ordine dei Vescovi nel Collegio Cardinalizio con il titolo della Chiesa Suburbicaria di Palestrina, coadiuvato S. E. Mons. Andrea Mugione e altri concelebranti. Partecipava alla cerimonia, in divisa e col proprio gonfalone, la Confraternita della Gran Madre di Dio delle Scuole Pie di Frascati. Il Battesimo collettivo dei bimbi, partenza dell'Urna e il Trekking Pompiliano La sera del 30 settembre, nella Chiesa Madre gremita di fedeli, si celebrava il Battesimo collettivo di 7 bimbi montecalvesi per commemorare il terzo centenario del Battesimo di San Pompilio avvenuto, nello stesso Fonte Battesimale del XV sec., nel medesimo giorno del 1710 e con il nome di Domenico. Sesto di undici figli di Girolamo e Orsola Bozzuti, ebbe come compare, rappresentato con delega dal padre nel neonato, l'Illustrissimo e Reverendissimo D. Carlo Pignatelli (L'Aquila 1676 - 1734), figlio dell'Eccellentissimo D. Pompeo (1632 - 1705), 2° Duca di Montecalvo, e come comare la Signora Anna Caggiano di Buonalbergo (Bn). Presiedeva la solenne Concelebrazione Eucaristica il Ministro Generale dell'Ordine delle Scuole Pie P. Pedro Aguado, assistito dal Padre Provinciale Italiano dello stesso Ordine, P. Dante Sarti, e da altri sei concelebranti. Straordinarie l'atmosfera festosa, la scenografia della cerimonia e la suggestiva immagine dei sacerdoti, che reggevano in braccio, per qualche minuto, i sette battesimandi attorno al Fonte Battesimale. La mattina del 1° ottobre, celebrazione della S. Messa sul sagrato della Cappella del Santo e partenza dell'Urna con le Sacre Ossa per Campi Salentina, accompagnata da alcune auto e da un pullman di fedeli montecalvesi. Nella Cappella del Santo, a Montecalvo, sono custodite due reliquie del Sacro Corpo di San Pompilio: una vertebra, conservata sino al 1919 dal pronipote del Santo, Mons. Pompilio Pirrotti, e un segmento di omero, donato nel 1949 dalla Comunità di Campi Salentina a quella di Montecalvo. Questa seconda reliquia è conservata ora in un'urna di bronzo, realizzata nel 2009 e collocata nell'antica urna di legno intagliato e vetro, in cui in passato la reliquia stessa era visibile ai fedeli. (Questo articolo è uscito sul Corriere Quotidiano dell'Irpinia il 7 febbraio 2011 ed è nel sito www.angelosiciliano.com. Domenica, 11 ottobre 2009, sullo stesso quotidiano era apparso il mio articolo Aperto il Giubileo Pompiliano. Notizie su S. Pompilio Maria Pirrotti, sul "Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana" e sull'Anno Giubilare possono essere attinte, oltre che dall'archivio del mio sito, dal sito www.sanpompilio.it). Zell, 28 novembre 2010 Angelo Siciliano
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