Era il 16 ottobre 2009 e l’Associazione
“Pro Cultura” di Trento festeggiava, nella sala dell’Associazione
culturale “Antonio Rosmini”, Elio Fox per il compimento degli 80 anni.
Lucia Maestri, Assessore alla cultura, Turismo e Biblioteche del Comune
di Trento, nel consegnargli una targa-ricordo, lo ringraziava per
l’impegno di una vita dedicata alla cultura, che ha aiutato a crescere
la comunità trentina.
Due giorni dopo, il 18 ottobre 2009,
nella sala del Teatro Cuminetti di Trento, gremita di amici e
appassionati di cultura popolare, accorsi, oltre che dalla città di
Trento e provincia, anche da Verona, Bologna e Bergamo, si teneva lo
spettacolo con ingresso gratuito, “…VINTI ANI DOPO…”, di poesia, teatro
e musica, con brindisi finale al bar dell’Auditorium S. Chiara per
festeggiare l’impegno ventennale al servizio della poesia dialettale e
della cultura popolare trentina da parte del “Cenacolo trentino di
Cultura dialettale”.
Il 18 aprile 2010, sempre il Cenacolo,
da tempo nel pieno della sua maturità e consapevolezza di quel che va
fatto per la cultura dialettale, ha organizzato a Vattaro (Tn),
simpatico borgo adagiato sul margine meridionale dell’ampia forcella che
si apre tra la catena della Marzola e quella della Vigolana, il “XXI
Simposio di primavera”, con la recita di poesie, sia in dialetto che in
lingua, nel Teatro del paese.
Si è trattato di una festa della poesia
non competitiva, a cui gli iscritti erano 125 appartenenti a gruppi, che
complessivamente assommano alcune centinaia di soci iscritti tra poeti e
simpatizzanti, che operano in Trentino (Primiero, Rendena, Trento e
Valsugana), Veneto (Bassano del Grappa, Schio, Thiene, Vicenza, Verona e
provincia), Emilia (Bologna) e Lombardia (Bergamo, Como e Mantova).
La poesia è un “dono” e nasce dalla
sensibilità delle persone, affinandone i gusti e non di rado
alimentandone i sentimenti. Ma c’è di più. Attraverso la poesia, il “Cenacolo
trentino di Cultura dialettale” coltiva lo stile di stringere
rapporti di stima e amicizia tra le persone: i poeti appartenenti ai
vari gruppi operanti in ambiti territoriali diversi e spesso molto
distanti tra loro. Sono rapporti di sincera fraternità, estesi anche ai
loro familiari, che spesso partecipano con piacere a questi ritrovi
conviviali.
La poesia dialettale – era il
presidente del Cenacolo Elio Fox a rimarcarlo dal palco del Teatro, nel
suo discorso inaugurale del Simposio – è materia altamente culturale,
funzionale al dialogo tra le persone, alla conservazione e possibilmente
alla diffusione dell’uso del dialetto. Non secondaria è la sua
importanza come fatto identitario di una comunità.
Il signor Ducati, delegato alla cultura
di Vattaro, portava il saluto della comunità locale ai partecipanti al
Simposio.
Il gruppo musicale “Aires” di
Mattarello si esibiva con l’esecuzione, molto apprezzata dai presenti,
di alcuni pezzi di musica klezmer e dell’est Europa.
Come sempre, presentatrice brillante
del Simposio era Antonia Dalpiaz, per uno “spettacolo” durato circa due
ore e mezza, a partire dalle 10.30.
I diversi gruppi erano invitati a turno
a salire sul palco.
Le prime ad esibirsi erano Dorotea Masè
e Rita Demattè. Poi tutti gli altri. Ciascun poeta leggeva o recitava il
proprio testo, da cui risaltavano la personale sensibilità e il proprio
stato d’animo.
Partecipava anche un sacerdote: don
Renzo Corona da Mesano del Primiero.
Coglieva tutti di sorpresa
l’autopresentazione di Italo Bonassi, presidente del Gruppo Poesia 83 di
Rovereto, apparentemente provocatoria, nell’introdurre la lettura del
suo testo in lingua: «Altro che scomparsa dei dialetti, sarà l’italiano
a diventare il nostro dialetto del futuro, con la diffusione/imposizione
dell’inglese per tutti!».
I lavori procedevano in questo modo:
per dovere di ospitalità, prima leggevano la loro poesia i poeti ospiti,
poi, alla fine, era il turno dei 16 poeti del Cenacolo: Livio Andreatta,
Mariano Bortolotti, Francesca Candotti, Lia Cinà Bezzi, Lorenzo Cosso,
Luciano Daldoss, Antonia Dalpiaz, Sivano Forti, Francesco Gottardi,
Luisa Gretter Adamoli, Fabrizio Groff, Dario Salsa, Bepi Sartori,
Luciana Sicheri, Lilia Slomp Ferrari e Corrado Zanol.
In questi mesi il presidente Elio Fox,
che è storico e antologizzatore del teatro e della poesia vernacola
trentina, oltre che autore di testi teatrali e direttore di “Ciàcere
en trentin”, trimestrale di cultura
dialettale e folklore trentino fondato nel 1984, ha molto lavorato per
l’organizzazione, non semplice né facile, e la riuscita di questo
Simposio, ben coadiuvato da Antonia Dalpiaz e Lilia Slomp Ferrari.
Il pranzo – un vero e proprio banchetto
nuziale – con tante portate e ottimi vini trentini, lo si è consumato al
Ristorante Alpenrose di Vattaro. Una giornata conviviale che ha
pienamente soddisfatto le attese dei partecipanti. Poi i saluti, gli
abbracci e l’arrivederci per tutti al prossimo Simposio.
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A margine della riuscita della bella
giornata, va detto che ciascuno si è fatto carico delle proprie spese,
perché la poesia è la più libera e bella tra le arti, ma è anche la più
povera (ricordo che in passato, l’unico a dire che per vivere faceva il
poeta, fu un esule spagnolo anti-franchista, il pittore-poeta Rafael
Alberti), e va aggiunto – anche se ciò suona come nota un po’ triste –
che i partecipanti appartengono più o meno tutti alla terza età e oltre.
Se rari sono i cinquantenni, rarissimi quelli più giovani. Urge un
proselitismo tra le giovani generazioni, affinché, attraverso la poesia,
o con la scusa di essa, portino nuova linfa a questi gruppi culturali.
Non fosse altro che per dare speranza alla persistenza del dialetto,
che, oltre che linguaggio del quotidiano in ambito lavorativo, è il
gergo degli affetti, delle favole e della cultura trasmessaci dagli avi,
nonché della memoria familiare. E certamente non è poco!
A tal proposito, anagraficamente
parlando, va detto che in Trentino, sempre per la realtà vernacolare, le
cose vanno meglio grazie alle molte compagnie teatrali sparse sul
territorio, le Filogamar, con un’età media degli operatori piuttosto
giovane, che promuovono tanta attività affinché il dialetto non vada
perduto.
Doni ai
partecipanti
A fine pranzo, ad
ogni partecipante era fatto dono di un calendario in dialetto comasco, “Ul
tacuìn di cumasch par ul 2010 cun tütt i Sant e i Beati de Comm”,
stampato a cura della Sezione Dialetto della Famiglia Comasca, e di un
libro di poesie di Francesco Maria Gottardi,
La mè zènt
(Pà, Mama, Fiòla)
– 3 sillogi in dialetto brianzolo e trentino, di 160 pagine, edito come
n. 24 dei quaderni de Ciàcere en
trentin e
stampato in aprile 2010 da La grafica srl di Mori (Tn).
Italo Bonassi,
presidente del Gruppo Poesia 83 di Rovereto, faceva circolare tra i
presenti la pubblicazione
Quaderni, Periodico del Gruppo Poesia 83,
Anno XIII – n. 5, settembre-ottobre 2009, il cui tema principale è
incentrato sulla poesia dialettale del ‘900 italiano e su alcuni poeti
vernacoli nazionali; è stampato in collaborazione con l’Assessorato alla
Cultura del Comune di Rovereto.
Lorenzo Cosso
omaggiava alcuni amici con la sua silloge
Nei ritmi del tempo,
di pagine 96, stampata da Book Editore a Castel Maggiore nel 2004.
(Questo testo, scritto per la rivista
Judicaria,
è fruibile nel sito
www.angelosiciliano.com).
Zell, 5 maggio
2010
Angelo Siciliano
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