I
cittadini trentini che avvertivano l’urgenza di essere informati, o avevano
la semplice curiosità di saperne di più su questioni e problemi d’importanza
vitale, quali sono oggi gli inceneritori e gli OGM, che ormai ci coinvolgono
a livello planetario, hanno avuto una buona opportunità il 15 gennaio 2005
pomeriggio, presso la Sala della Cooperazione di Trento, dove si è tenuto il
l° Convegno su qualità del territorio, delle produzioni, della vita e
tecnologie.
Il convegno era organizzato dall’associazione
NIMBY trentino e dalla COLDIRETTI di Trento con l’adesione della Sezione
Trentina Italia Nostra, WWF Trentino–Alto Adige, Sezione WWF Giudicarie
Esteriori, M.A.I.A. e ATABIO.
Partecipavano relatori di consolidata
esperienza, come l’americano Paul Connett ed Ernesto Burgio, che da anni si
occupano rispettivamente di inceneritori e OGM (Organismi geneticamente
modificati).
E proprio le controverse questioni relative
alla costruzione dell’inceneritore dei rifiuti a Trento e quella degli OGM,
che si vogliono imporre agli agricoltori italiani, solo in apparenza
scollegate tra loro, erano l’oggetto di questo convegno, che intendeva fare
informazione alla cittadinanza e anche controinformazione, rispetto alle
informazioni di comodo, o addirittura false e pilotate dalle multinazionali,
il cui unico interesse è il business.
Era
di questo inizio anno la notizia che alcuni scienziati, corrotti dalle
multinazionali del tabacco, hanno lavorato per anni per sminuire
l’importanza del nesso tra nicotina e cancro, vale a dire tra benzopirene
contenuto nel fumo e mutazioni del gene p53, ingannando in questo modo
milioni e milioni di fumatori nel mondo.
Altre recenti e inquietanti notizie, come
quelle riguardanti i risultati di ricerche scientifiche, che mettono in
relazione il diffuso uso del telefonino e l’insorgenza del cancro nei
bambini, sono ignorate o eluse dalla stampa con articoli rassicuranti per il
consumatore, che affermano il contrario dell’esito delle ricerche in
questione, in materia di onde elettromagnetiche.
Nell’introdurre gli interventi dei relatori,
Paolo Mantovan riconosceva l’importanza dell’associazione NIMBY trentino,
che ha saputo tenere alto in questi mesi l’interesse della cittadinanza a
riguardo del problema inceneritore, e della COLDIRETTI, istituzionalmente
sensibile non solo ai problemi delle produzioni agricole ma anche a quelli
dell’ambiente.
In sostanza, – sintetizzava il moderatore –
oggi come oggi ci si trova di fronte a due problemi molto gravi e
preoccupanti, quello della tossicità chimica (inceneritori) e quello della
tossicità biologica (OGM).
Simonetta Gabrielli: l’associazione NIMBY trentino è contro il progetto
inceneritore.
Simonetta
Gabrielli, dell’associazione NIMBY trentino, leggeva un proprio documento,
il cui contenuto spiegava il perché della costituzione di
quest’associazione, le tante difficoltà incontrate e puntualizzava la ferma
opposizione all’installazione dell’inceneritore a Trento, partita il 21
marzo 2004 con la “Catena del digiuno”.
Prometteva che i cittadini saranno informati,
sull’evolversi della situazione, con altri incontri nel prossimo futuro.
Preannunciava un secondo incontro a Lavis
(TN), da organizzarsi sempre con la COLDIRETTI (ad esso, tenutosi alla fine
di gennaio e disertato dai dirigenti politici provinciali, partecipavano una
folta cittadinanza, gli amministratori comunali di Lavis ed esperti; il
risultato era l’ennesima bocciatura dell’inceneritore).
Gabriele Calliari: la COLDIRETTI è contraria
all’inceneritore e agli OGM.
Gabriele Calliari, della COLDIRETTI di
Trento, dichiarava la sua contrarietà all’inceneritore.
Ricordava ai presenti che in Germania, uno
dei paesi in cui si è consolidata con gli anni la cultura degli
inceneritori, alcune aziende agricole hanno dovuto cessare la propria
attività, a causa dell’alto contenuto di diossina presente nel terreno, che
si trasmette sia ai prodotti agricoli che a quelli zootecnici.
In occasione delle elezioni provinciali
dell’autunno 2003, la COLDIRETTI, pur rimanendo fuori dell’agone politico,
si dichiarava contraria all’installazione dell’inceneritore.
Faceva presente che in occasione del
referendum sull’inceneritore, tenutosi a Trento nella primavera 2004, lui
personalmente aveva invitato i cittadini a votare contro la sua
installazione.
Se l’inceneritore sarà installato in località
Ischia Podetti, le produzioni agricole di frutta e vino lungo la Valle
dell’Adige saranno in serio pericolo, per il rischio d’inquinamento da
diossina portata dai venti. Ma anche la salute dei cittadini sarà esposta a
gravi rischi.
Non esiste impianto sicuro. Infatti, non è
remoto il rischio d’insorgenza di problemi ai filtri, installati per
l’abbattimento di polveri e fumi, nelle emissioni di un inceneritore
nell’ambiente esterno.
C’è da aggiungere che in Italia, – la notizia
è rimbalzata alle cronache da un convegno organizzato da Legambiente –,
nell’appalto dello smaltimento dei rifiuti c’entra l’ecomafia e da questo
fenomeno sono solo due le regioni che ne risultano escluse: Valle d’Aosta e
Trentino Alto Adige.
Se la ricerca è necessaria per migliorare la
qualità dei prodotti agricoli, gli OGM non sono la risposta idonea al
problema, perché la scienza non può dare certezze circa la loro non
pericolosità per la salute dell’uomo. Poi va tenuto nel dovuto conto che
pochi sono gli scienziati indipendenti e ormai in tutto il mondo la ricerca
è pilotata dalle multinazionali, perché gli stati vi investono sempre meno
risorse.
La biodiversità è la base per la difesa della
vita. Va tutelata assieme all’ambiente, soprattutto perché la varietà delle
specie coltivate si è drammaticamente ridotta di numero in questi ultimi
anni, a causa delle monocolture esasperate. Salvaguardare l’integrità
dell’ambiente vuol dire conservare, anche per le generazioni future, la
tipicità dei prodotti agricoli.
È reale il rischio di contaminazione delle
produzioni autoctone, attraverso i pollini di piante dei prodotti OGM.
Il ministro Alemanno è venuto incontro alla
COLDIRETTI, con un decreto sulla coesistenza dei prodotti tradizionali con
gli OGM, che tuttavia ha subito degli stravolgimenti rispetto al disegno
iniziale (è diventato legge il 28 gennaio 2005 dopo l’approvazione del
Senato e le regioni devono dotarsi dei piani di coesistenza per la coltura
degli OGM; quasi tutta l’opposizione si è astenuta).
Gli OGM sono già diffusi negli USA, in Africa
e in alcuni paesi dell’Europa orientale. Tuttavia, ben 13 regioni e oltre
2.000 comuni italiani si sono dichiarati contrari alla loro introduzione nel
nostro paese.
Paul Connett: “Rifiuti Zero”. Artisti e poeti possono salvare il mondo
orientando lo sviluppo e salvaguardando la vita della comunità.
Molti paesi della vecchia Europa – esordiva
Paul Connett – sono intrappolati dalla cultura dell’incenerimento dei
rifiuti.
I politici non parlano con i cittadini.
Rifiutano il confronto. Si nascondono.
È dimostrato che il livello d’inquinamento
ambientale cresce nella misura in cui aumenta la corruzione della pubblica
amministrazione. E questo è l’aspetto negativo della questione.
L’aspetto positivo, invece, è il seguente:
più la gente è informata e partecipa, più cala il livello dell’inquinamento
ambientale. Solo i cittadini, quindi, possono fermare gli inceneritori.
Tre tonnellate di rifiuti bruciati producono
una tonnellata di cenere tossica. Queste ceneri nessuno le vuole e i
politici non rivelano dove esse verranno stoccate.
Con gli inceneritori non si creano posti di
lavoro nella comunità, perché i finanziamenti affluiscono ai costruttori
d’inceneritori.
L’inceneritore rappresenta uno spreco di
risorse e d’energia – proseguiva Connett –, e anche se esso produce energia
elettrica, parte di questa serve a coprire i suoi costi di gestione.
Con le vie alternative agli inceneritori si
creano posti di lavoro nella comunità, perché nascono piccole aziende per lo
smaltimento differenziato e il riciclaggio dei rifiuti.
L’inceneritore brucia il futuro dei nostri
figli e inquina gravemente l’ambiente.
La diossina è un veleno che si accumula
nell’organismo dei viventi, uomo compreso, e ne altera seriamente
l’equilibrio ormonale, perché il nostro fegato non è programmato per
espellerla.
La diossina si respira. È solubile nell’acqua
e si accumula nell’ambiente: prati, fiumi e laghi. Quindi passa nella catena
alimentare. Pecore, mucche, pesci concentrano la diossina nel proprio
organismo. Noi l’assumiamo alimentandoci di latte, carne e pesce.
La donna accumula diossina nel grasso del suo
organismo e, in caso di gravidanza, la trasmette al feto che sarà molto più
debole ed esposto a patologie, rispetto ad un feto non contaminato.
L’inceneritore non è costruito nell’interesse
degli agricoltori, ma nell’interesse delle industrie che hanno adottato la
filosofia “usa e getta”.
La filosofia americana – The McDonaldization
of Society (la McDonaldizzazione della società) – è esportata in tutto il
mondo.
La globalizzazione si basa sul principio che
più si consuma, più si è felici.
È importante ridurre la produzione dei
rifiuti orientandosi idealisticamente verso il loro azzeramento.
The Zero Waste Strategy versus Incineration,
cioè “Rifiuti Zero”, è la strategia che da una parte evita l’incenerimento
dei rifiuti, dall’altra non richiede la creazione di megadiscariche di
rifiuti indifferenziati.
Idealisticamente il progetto “Rifiuti Zero”
deve rappresentare la fine dell’era degli sprechi.
In quest’ottica negli USA, dopo il 1999, i
cittadini attivisti sono riusciti a bloccare la costruzione di ben oltre 300
inceneritori di rifiuti.
Dal 2001, “Rifiuti Zero” è la politica
adottata dal 40% delle autorità municipali della Nuova Zelanda. La maggior
parte di esse ritiene di raggiungere l’obiettivo prefissato nel 2015, o al
massimo nel 2020, e quindi l’operazione è del tutto realistica e non
utopistica, come qualche detrattore vorrebbe far intendere.
La natura non crea rifiuti. Solo l’uomo ne
crea. Anche di molto tossici e pericolosi, non biodegradabili, o addirittura
indistruttibili.
Vi sono responsabilità precise che competono
alle parti in causa: da una parte gli industriali che producono beni,
dall’altra i cittadini che li consumano.
Gli industriali devono far sì che gli
imballaggi siano riutilizzabili e fatti con componenti non nocivi, o
pericolosi.
Un esempio da imitare è quello della
multinazionale Xerox. Essa ha annunciato il proprio impegno per il progetto
“Rifiuti Zero” e si è avviata ad attuare il grande capitalismo avanzato e
intelligente. Produce fotocopiatrici e, nel rottamare i suoi prodotti
dismessi, invia alla discarica solo il 5% dei loro componenti. Il resto è
recuperato e riutilizzato, realizzando un risparmio di 76 milioni di
dollari.
Anche se la Xerox ha attuato questa politica
per meri fini economici, è indubbio che in questo caso, con “Rifiuti Zero”,
ne traggono vantaggio sia l’economia che l’ambiente.
I cittadini devono orientare le scelte verso
consumi intelligenti, badando agli imballaggi delle merci, possibilmente
riusabili, come ad esempio le bottiglie di vetro in luogo di quelle di
plastica.
Le comunità non possono affrontare e
risolvere da sole il problema dei rifiuti, né devono essere costrette a
farsi carico del degrado ambientale e del riscaldamento globale provocati
dalle industrie.
Va perseguito lo sviluppo di comunità e
industrie sostenibili attuando le pratiche del riuso, del riciclaggio, della
rimozione di sostanze tossiche e della bonifica del territorio, del
compostaggio, della riprogettazione intelligente d’imballaggi e prodotti che
diano le risposte idonee ai consumatori del ventunesimo secolo.
Non ci si può né ci si deve rassegnare. Vanno
cambiati la politica e il modo di pensare della gente.
Il consumo oggi non è etico. I bisogni sono
falsi, errati: le multinazionali, solo per la pubblicità dei loro prodotti,
spendono miliardi di dollari.
Abbiamo di tutto: cibo, auto, tivù,
telefonino. Di tutto, tranne la sostenibilità.
Per avere successo vanno analizzati gli
insuccessi.
I materiali recuperati dai rifiuti sono in
genere tutti riutilizzabili per fare nuovi prodotti. In questo modo si evita
di fare ricorso all’estrazione e alla lavorazione di nuove materie prime,
che è tra le cause primarie, assieme all’uso dei combustibili fossili, della
distruzione ambientale e del riscaldamento dell’atmosfera.
Nelle discariche devono affluire pochi
rifiuti, per evitare i problemi della creazione di metano e lisciviazione.
Rispetto ai secoli passati non si è riusciti
ad inventare niente di meglio che le megadiscariche a cielo aperto.
In tutto il mondo il terreno è spogliato di
sostanze organiche. È ora di cominciare a restituirgliele, grazie al
compostaggio che consente un’agricoltura biologica ed ecocompatibile.
L’inceneritore è in grado solo di immettervi
diossina, per non parlare poi dei metalli pesanti.
Quanto, di quello che facciamo oggi,
sopravviverà e sarà condiviso dalle generazioni future?
A Venezia vi sono opere d’arte da mille anni
e la gente le ha condivise, curate e tramandate.
L’Italia è così bella, piena d’arte e
cultura. Ha i migliori progettisti del mondo, può farcela a ridurre i
rifiuti. Anche il Giappone può farcela. Per gli altri paesi, invece, sarà
molto dura.
Artisti e poeti, col loro ingegno, possono
contribuire a salvare il mondo orientandone lo sviluppo e salvaguardando la
vita della comunità. E proprio la crescita e il miglioramento dei rapporti
all’interno della comunità sono l’antidoto alla propensione ai consumi.
Ernesto Burgio: la tecnologia degli OGM
potrebbe innescare la distruzione della biosfera.
La strategia della tensione – attaccava
Burgio – nacque in Italia, ma oggi si può constatare come essa sia diventata
planetaria.
La tecnologia che è all’origine degli OGM, è
la stessa che trasforma i virus.
Parlare di OGM significa parlare d’ingegneria
genetica.
Chi è in grado di modificare i virus e
minaccia il mondo, fa un ricatto psicologico.
Disquisire di OGM dev’essere un fatto tecnico
e non ideologico. Se passano i concetti dogmatici si fa scientismo e non
scienza.
Purtroppo, si va affermando il principio
della coesistenza produttiva tra OGM e prodotti agricoli tradizionali.
A parlare di OGM dovrebbe essere solo il
tecnico esperto in materia, perché quella degli OGM è una tecnica fasulla e
perversa.
Gli agenti tossici tradizionali, fisici o
chimici, hanno una durata limitata nel tempo. Infatti un diserbante, sebbene
sia anch’esso tossico, funziona meglio degli OGM. Il suo effetto contro i
parassiti ha una durata limitata nel tempo. Dopo il trattamento è
inevitabile che prima o poi arrivi la pioggia a lavare le piante e il
terreno. Invece, un agente tossico biologico – OGM o virus modificato –
persiste nel tempo, perché continua a riprodursi.
Gli OGM non sono un discorso politico. Sono
trans-politico, nel senso che se alla gente si spiega bene cosa sono gli
OGM, essa li rifiuta (in un recente sondaggio, il 60% degli intervistati,
cioè quasi due su tre si sono dichiarati contrari agli OGM).
Gli OGM sono un modo per parassitare e
infettare gli organismi superiori.
Il gene di un battero, inserito nel DNA di
una pianta, vi rimane per sempre. Si riprodurrà alterando l’ecosistema:
tutto il terreno circostante, le altre piante, gli insetti ecc..
Quando si fanno conferenze, o si tengono
tavoli contro gli OGM nelle università o nelle piazze, manca sempre il
contraddittorio. Nessuno che difenda gli OGM. Mai che si presenti qualche
politico che conta nelle decisioni.
Il DNA è un ecosistema. Se si cambia un suo
pezzo, si squilibra il tutto, perché i pezzi che s’inseriscono sono
instabili. Anche se il DNA si riequilibra, permane in esso una ferita.
Le innovazioni disorientano il nostro sistema
immuno-competente, perciò si ha un aumento del cancro e delle malattie
collegate all’indebolimento delle difese immunitarie.
Gli OGM sono brevettati dalle multinazionali
e rappresentano un gran business. I brevetti dei semi costano molto cari e i
prezzi sono gonfiati. I paesi poveri non potranno permetterseli.
Alle multinazionali non interessa il futuro
del pianeta.
Vi sono stati scandali come quello del
Goldenrice (Riso d’oro), che si è rivelato una colossale presa in giro per
chi vi aveva creduto.
Si conosce il genoma per lo 0,6%. Se passano
gli OGM, passerà anche il progetto genoma che servirà a mappare solo il suo
3%, mentre il restante 97% è incontrollabile. Un affare megagalattico per le
multinazionali, che devono tentare di recuperare gli investimenti sbagliati
di miliardi di dollari fatti finora.
Ingegneria genetica: sogno o incubo? A
rischio sono le generazioni future. Con la terapia genica si pensa di poter
curare o prevenire una malattia futura colpendo un gene che può o potrebbe
ammalarsi. È una follia!
I genetisti seri sanno che gli OGM sono molto
pericolosi.
La tecnologia degli OGM potrebbe arrivare ad
innescare la distruzione della biosfera.
Don Vittorio Cristelli: la questione etica.
E se fosse l’etica cristiana ad essere
chiamata in causa? – irrompeva don Cristelli, dopo avere ascoltato
attentamente quanto detto dai relatori che l’avevano preceduto.
La visione antropocentrica cristiana avrebbe
impregnato lo sviluppo. Ma don Cristelli non se la sentiva di assumere il
compito di difensore d’ufficio di Dio.
Citando la bibbia, diceva che l’uomo non può
fare della natura quello che vuole. L’uomo della Genesi è tutta l’umanità,
compresi i popoli e le generazioni che verranno. E per questo egli non può
inquinare, o provocare l’estinzione delle specie, o attentare all’umanità
ecc..
L’uomo è il giardiniere del mondo e se ne
nutre. Ma il padrone è Dio.
Buco dell’ozono, disastri ambientali,
pedofilia, turismo sessuale, traffico d’organi, uso di feti umani per la
produzione di creme di bellezza: è un campionario delle brutture, dei
disastri, degli abusi e delle aberrazioni umane.
Vanno tenute distinte scienza e tecnologia,
conoscenze e applicazione di esse.
Concordava con quel che disse una volta il
premio nobel Rita Levi Montalcini: «Non tutto ciò che si conosce a livello
scientifico, si può trasferire e applicare nella realtà.»
La scissione dell’atomo, applicata alla bomba
atomica, produsse le distruzioni di Hiroshima e Nagasaki. Ed è singolare che
la potenza distruttiva di quelle due bombe sia stata adoperata da geologi e
sismologi, in questi giorni, come metro di paragone per spiegare l’energia
liberata dal terremoto all’origine dello tsunami, che ha arrecato tante
distruzioni e un numero spaventoso di vittime umane, sulle coste dei paesi
asiatici che si affacciano sull’Oceano Indiano.
Lo sviluppo dev’essere ecocompatibile e senza
spreco di risorse.
Il commercio equo e solidale può aiutare le
popolazioni dei paesi poveri, o in via di sviluppo.
Vanno controllati i rifiuti e il loro
smaltimento. Questo non va fatto in mare e nemmeno nei paesi che quei
rifiuti non li hanno prodotti.
È fondamentale il controllo etico e
professionale della fecondazione assistita, come pure il rispetto genetico e
della biodiversità.
Dal pubblico presente: una moratoria per
l’inceneritore.
Tra le circa duecento persone presenti in
sala, vi era una mezza dozzina di politici, ma tutti di seconda fascia, come
essi stessi tenevano a precisare, con un potere di decisione praticamente
nullo. Eppure tra essi vi erano un senatore della repubblica in carica e un
assessore del comune di Trento.
Era assente, come quasi sempre in occasioni
di questo tipo, il contraddittorio da parte di chi detiene il potere
decisionale sul territorio.
Dagli interventi del pubblico risultava
quanto segue: vi sia più rispetto e cultura del territorio da parte di chi
deve decidere; i piccoli produttori possano continuare a produrre senza il
rischio di contaminazione per i loro prodotti; una raccolta differenziata
avanzata renderebbe superfluo l’inceneritore; si rende opportuna una
moratoria per l’inceneritore.
Si ricavava pure che se a decidere sono i
politici che contano, i pareri degli esperti, che questi problemi li
conoscono bene e da tempo, e la voce dei cittadini, che sono la diretta
parte in causa, siano tenuti nel dovuto conto in sede di decisione.
Relativamente al problema dell’inceneritore,
si rifiuta l’idea di una decisione politica impopolare. Questa dovrà essere
presa nel rispetto dell’opinione dei cittadini.
Curricolo dei relatori del convegno:
§
Paolo Mantovan: moderatore, giornalista del quotidiano il TRENTINO.
§
Simonetta Gabrielli dell’associazione NIMBY trentino.
§
Gabriele Calliari della COLDIRETTI Trento.
§
Paul Connett, americano; è professore di chimica generale, ambientale e
tossicologia presso l’Università St. Lawrence a Canton New York; tanta
documentazione pubblicata su diossina e gestione dei rifiuti; dal 1985, 1800
seminari nel mondo e da 15 anni è impegnato caparbiamente nell’informazione
della gente; ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali.
§
Ernesto Burgio è di Palermo, città in cui vive; è medico specializzato
in Pediatria e Puericultura; ha lavorato in diversi ospedali italiani e
stranieri; è ambientalista, si occupa d’ecologia e sviluppo sostenibile; è
studioso di bioetica, in particolare delle nuove biotecnologie genetiche;
coordina la Commissione nazionale di Ambiente e Salute di Attac Italia; è
consulente dell’Arpa Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente).
§
Don Vittorio Cristelli è sacerdote, giornalista, cultore di valori,
etica e politica.
Zell, 5 marzo 2005
Angelo Siciliano
(www.angelosiciliano.com)
|