Il 96° compleanno di Liberatore Russolillo
Oggi 28 maggio 2022, Liberatore Russolillo, organettista e cantatore, compie 96 anni. Stamattina gli ho fatto gli auguri e ho scherzato come sempre con lui per telefono. Mi ha confidato che oggi sarebbe andato a pranzo col suo inseparabile organetto diatonico, che ora ha 144 anni, all’Agriturismo Regio Tratturo a Camporeale, nelle campagne di Ariano Irpino, gestito da suo nipote Rinaldo. Lui, in questo bel locale, che anch’io conosco bene, ha spesso suonato, cantato e fatto ballare ai giovani la tarantella montecalvese. Per montare questo video ho utilizzato quattro foto e le riprese video, fatte dall’amica e compaesana Gina Narra alcuni giorni fa, nella nuova casa di Liberatore a Montecalvo Irpino, in cui si è trasferito da alcuni mesi dalla casa di campagna in contrada Sauda, dove è vissuto come contadino e ancora vi si reca, almeno una volta la settimana, per verificare che tutto sia in ordine. Tra le tante cose che Liberatore, l’ultimo della ventina di miei informatori etnici della nostra civiltà contadina, racconta nel video, una riguarda l’antica sede del comune di Montecalvo Irpino che, a inizio del 1900, si trovava in Piazza del Purgatorio, alla destra della chiesa del Purgatorio, in quella parte del palazzo in cui vi è attualmente un bar, alle spalle del monumento. Col sisma del 23 luglio 1930 vi fu il crollo della chiesa, frequentata nel 1700 dal giovane S. Pompilio Maria Pirrotti, che fu abbattuta e sul suo sito fu aperta una strada. La piazza, in cui il 3 ottobre 1926, era stato eretto il monumento ai caduti della Grande Guerra, cambiò nome e divenne Piazza della Vittoria. Il comune fu trasferito in cima a Via Costa dell’Angelo, dove vi erano anche i locali in cui i giovani maschi erano sottoposti alla visita di leva, prima di essere arruolati. Dopo il distruttivo sisma del 1930, il comune passò nell’attuale sede, in stile piacentiniano, costruita appositamente in Piazza Porta della Terra. Nei suoi locali di Via Costa dell’Angelo, furono collocati gli uffici delle Poste e telegrafo che, dopo il sisma del 1962, furono trasferiti in un prefabbricato in Via S. Caterina, dov’era stato abbattuto l’edificio dell’E.C.A. (Ente comunale assistenza), costruito dal fascismo nel 1930 sul sito della Chiesa di S. Caterina d’Alessandria, crollata come la chiesa del Santissimo Corpo di Cristo e sul cui sito si trova ora la Piazza S. Pompilio Maria Pirrotti. Sotto la sede del comune e poi delle poste, in cima a Via Costa dell’Angelo, aveva la sua officina una famiglia di maniscalchi, “li firràri”, e un’altra famiglia l’aveva nell’attuale Viale Pini, poco prima di dove si trova ora l’Ufficio Poste Italiane. Quando si ferravano cavalli, asini e muli, poiché i ferri erano provati ardenti sugli zoccoli, il puzzo di unghie bruciate si spandeva anche in Piazza Porta della Terra, dove le persone confabulavano in crocchio sui ferri del parapetto della piazza. (A. Siciliano – Zell, 28.05.2022)
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