È iniziato bene il
2008 per la Confraternita della Vite e del Vino di Trento. Erano piene
di confratelli, la sera di venerdì 25 gennaio 2008, le sale
apparecchiate del Ristorante Antico Pozzo di via Manci n. 45 a Trento.
Era il primo appuntamento dell’anno ed è stato di buon auspicio per le
attività della nostra associazione. Le portate, preparate dalla chef
Lorenza, erano raffinate pietanze piemontesi, qualcuna “contaminata”
dalla gastronomia ligure, costituite da: antipasto con Crostone con
agliata canadese, Bagnacauda con cruditè di verdure, Vitello tonnato;
Spezzarin e ravioli del Plin; Zuppa canadese; Anatra al barolo, Cima
piemontese e cardi alla panna; Bonet (dessert) con caffè Nocciolini di
Chiasso e Baci di Dama. Erano accompagnate da vini del Cuneese –
Dolcetto Barturot, Barbera Bricchet, Bric Luv, Insieme – offerti
gentilmente dal vitivinicoltore Beppe Caviola di Dogliani (CN).
Dopo le prime portate
venivano intronizzati i nuovi confratelli Mauro Betta, Bruno Filippi e
Giorgio Fracalossi, che non avevano potuto partecipare alla cerimonia
di intronizzazione del 2007 al Castello del Buonconsiglio.
Il 22 febbraio, a
Ferrari Incontri, grazie all’ospitalità offerta dal confratello Mauro
Lunelli, i confratelli si ritrovavano alle ore 18 per dare un giudizio
di piacevolezza in merito all’assaggio di dieci spumanti “Trento doc”:
5 spumanti non millesimati e 5 spumanti riserva. Tra i non millesimati,
il gradimento andava allo spumante Pisoni, mentre tra gli spumanti
riserva il prescelto era il Mach Istituto Agrario di San Michele. La
serata proseguiva con la cena a base di vini “Trento doc”, offerti da
varie cantine, alla Locanda Margone diretta dallo chef Walter Miori.
Con lo stesso
comunicato dell’attività di febbraio si preannunciava il viaggio
culturale ed enogastronomico della Confraternita in Puglia, di cui si
allegava il programma.
Il 14 marzo, a Palazzo
Roccabruna, si teneva l’assemblea annuale della Confraternita, in cui
erano illustrati l’attività e il bilancio del 2007. Approvato il
bilancio, il prof. De Concini e un Ispettore della Polizia di Stato
tenevano una conferenza su “Alcol e guida sicura”. A chiusura
dell’incontro, dopo un assaggio di vino, qualche confratello si
sottoponeva al test alcolimetrico.
Il 20 marzo, alle ore
17, nell’Aula magna dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, si
teneva un incontro sulla grappa e il dott. Umberto Raffaelli
relazionava sulla tradizione della Grappa nella cultura trentina. La
serata si chiudeva con una cena presso il Ristorante “Da Silvio”. I
piatti avevano tra gli ingredienti la grappa e i vini erano offerti
dall’Istituto Agrario di San Michele.
Sabato 12 aprile, alle ore 13, si è
tenuto il Simposio di Primavera presso la Scuola Alberghiera di Levico
Terme e i vini erano offerti dal Gruppo Italiano Vini, grazie alla
gentile collaborazione del sig. Moreno Casotto.
Il 7 maggio era
organizzata una visita, riservata ai confratelli, alla mostra di
Giovanni Segantini alla Galleria
Civica di Arco. Dopo la mostra, si andavano a visitare
la Cantina Madonna delle Vittorie di
Arco e la Società Agraria di Riva del Garda per conoscere anche l’olio
extravergine del Garda che le due Cantine producono. Il pranzo era
consumato alla “Cantinota” di Arco.
La mattina di venerdì
16 maggio 2008, l’evento clou: si è celebrato il cinquantenario della
fondazione della Confraternita con un convegno tenutosi presso
la Camera di Commercio di Trento, il
cui titolo era “50 anni: l’Uomo, la Vite, il Vino. I primi 50 anni
della Confraternita della Vite e del Vino”. Un evento che è andato
al di là del fatto puramente celebrativo. Infatti, esso ha fornito
l’occasione per puntualizzare nascita e storia della Confraternita,
legata alla cultura del vino. E il vino d’altronde non è solamente un
prodotto da bere. È anche impresa e quindi una leva economica
importante che contribuisce alla crescita del prodotto interno lordo
del nostro paese. È memoria, immagine, storia di un luogo e di chi lo
produce. Il vino, quindi, è cultura e consente di studiare e capire
com’eravamo, quando esso era un alimento e bastava che fosse potabile
perché venisse consumato. Consente di capire ciò che siamo oggi e
quali cambiamenti si prospettano per il futuro.
Ha
preceduto il convegno un simpatico dialogo a due tra Sandra Tafner,
componente del Capitolo, e Ferdinando Tonon, “ragazzo” del 1919,
confratello e padre della Confraternita. Lui, ex deportato a
Ventotene all’età di quindici anni per volantinaggio antifascista,
poi dipendente dell’Istituto di San Michele all’Adige, vedendo che
i francesi promuovevano la cultura del vino, maturò l’idea per la
creazione di un’associazione culturale analoga in Trentino. Il 22
aprile 1958, a conclusione di una mostra di vini, coinvolse 16
persone di differenti ceti sociali per la creazione di un
sodalizio.
Il 16 maggio 1958
veniva sottoscritto l’atto di fondazione della Confraternita della
Vite e del Vino di Trento e i soci fondatori furono: Giuseppe
Andreaus, Augusto Antoniolli, Giuseppe Bonvecchio, Luigi Dalla
Rosa, Giovanni Feller, Bruno Kessler, Bruno Lunelli, Vittorio
Marchesini, Tullio Negri, Demetrio Osele, Danilo Paris, Italo
Samuelli, Bruno Scrinzi, Ferdinando Tonon e Vittorio Zanon. |
Il marchio della
Confraternita, ideato da Ferdinando Tonon, fu disegnato dall’artista
trentino Remo Wolf. In seguito Ferdinando Tonon sarebbe stato eletto
parlamentare della Repubblica nelle liste del Partito comunista
italiano.
Nel 1946 era stata
creata l’Associazione degli ex allievi della Scuola di San Michele,
con lo scopo di mantenere i contatti e aggiornarsi sui cambiamenti nei
rispettivi settori di competenza.
Al convegno, il cui moderatore è
stato Nadio Delai, hanno partecipato come relatori Emanuela Renzetti,
Attilio Scienza, Giovanni Kezich, Michele Trentini, Francesco
Spagnolli e Roberto Mazzer. Ciascuno, nell’ambito delle specifiche
competenze professionali, ha portato il proprio contributo.
È stato detto che se in passato il
vino era abitualmente consumato da vecchi e persone di mezza età, il
mercato del vino per i giovani ha cominciato a svilupparsi negli anni
Ottanta del Novecento. Poi con gli anni il consumo di vino è calato e
ora i giovani propendono di più per la birra e, negli incidenti del
sabato sera, proprio la birra è una delle concause. Bere con cultura,
ha fatto sì che si è ridotta l’incidenza di patologie dovute
all’eccessivo consumo di vino e di alcolici. È acclarato che l’uso
moderato e continuo di vino rosso è protettivo verso le patologie
cardiocircolatorie.
Kezich incentrava il proprio
intervento sui miti legati al vino. Renzetti, invece, faceva un
approfondimento sociologico leggendo un racconto di vita vissuta nella
società contadina dell’ambiente di Pressano.
La presenza tra i relatori di due ex
presidi dell’Istituto Agrario di San Michele come Scienza e Spagnolli,
ha consentito di conoscere l’importanza che ha avuto questa scuola non
solo a livello locale, ma anche a livello nazionale, sia per le
sperimentazioni che introduceva nei propri piani di studio sia per la
formazione degli enologi.
I lavori si chiudevano
augurando altri 50 anni di piacevole vita alla Confraternita.
Al termine del convegno seguiva un
assaggio di prodotti trentini a Palazzo Roccabruna, sede dell’Enoteca
trentina, mentre alle ore 18, presso il Teatro Sociale, si svolgeva
l’assaggio guidato di sei “Teroldego Rotaliano”, in occasione del
pomeriggio riservato alla Confraternita da parte della Mostra dei Vini
del Trentino.
Per giovedì 22 maggio,
alle ore 20, in collaborazione con
Brumalia, è stata organizzata
una cena ladina al Ristorante Chiesa di Trento. Dalla Cantina
di Bolzano erano offerti i seguenti vini: Alto Adige doc Sauvignon
Blanc Mock, Alto Adige doc Santa Maddalena Huck am Bach, Alto Adige
doc Lagrein Riserva Taber, Alto Adige doc Moscato Giallo Vinalia.
(Questo articolo, scritto per la
rivista “La Vigna” della Confraternita della Vite e del Vino di
Trento, è anche nel sito
www.angelosiciliano.com).
Zell,
22 maggio 2008
Angelo Siciliano
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