Apertura del Giubileo Pompiliano
Alle ore 17.00 di martedì 29 settembre 2009, ha preso avvio, dalla cappella del santo, alla presenza delle autorità religiose, civili e militari convenute in Montecalvo Irpino, la celebrazione solenne di apertura del Giubileo Pompiliano, in occasione del Terzo Centenario della nascita di Domenico Michele Giovan Battista Pirrotti, poi San Pompilio Maria Pirrotti, sacerdote e religioso dell’Ordine delle Scuole Pie, nato a Montecalvo Irpino (Av) il 29 settembre 1710 e morto a Campi Salentina (Le) il 15 luglio 1766.Quest’anno che verrà e che vede uniti, da sentimenti di gioiosa fratellanza, l’Arcidiocesi di Benevento, di cui Montecalvo fa parte da sempre, e di Lecce, l’Irpinia, il Sannio e il Salento, sarà straordinario sia per gli eventi liturgici, spirituali e culturali che lo caratterizzeranno che per le iniziative pastorali e sociali, ispirate alla spiritualità pompiliana, che saranno intraprese. Saranno promossi convegni di studio e valorizzati, nell’ottica della creazione di un itinerario turistico-religioso, i beni storici, artistici, architettonici, archeologici e naturalistici montecalvesi, istituiti appositamente o sottoposti a restauro conservativo negli anni, con particolare riferimento ai siti pompiliani.
Sarà oggetto di studio e approfondimento quanto segue: la spiritualità pompiliana; la conoscenza, la valorizzazione e la promozione dei contenuti della spiritualità mariana di San Pompilio in rapporto al collegamento col simulacro ligneo di Mamma Bella dell’Abbondanza; l’inserimento della figura e dell’opera del santo nel secolo d’appartenenza, il XVIII (è scritto nelle sue lettere: “Ricuso di essere santo solo, o dotto solo, ma santo e dotto insieme”); la riconsiderazione dell’importanza avuta dall’Ordine religioso delle Scuole Pie nel contesto dell’Illuminismo: Scuole pubbliche gratuite ed istruzione elitaria; l’atteggiamento di San Pompilio nei confronti dell’eresia giansenistica; San Pompilio e il culto dei defunti, con particolare riferimento alla realtà del Settecento napoletano; San Pompilio e i suoi contatti con i defunti: dono soprannaturale riconosciutogli dalla Chiesa nel processo di beatificazione; la diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù da parte di San Pompilio, pioniere italiano in tal senso, nell’Europa cattolica; San Pompilio e il misticismo.
Particolare attenzione sarà riservata alla statua lignea di Mamma Bella dell’Abbondanza: la profezia pompiliana avveratasi a riguardo del culto pubblico della statua mariana dei suoi affetti infantili, fortuitamente rinvenuta il 16 marzo del 2001, murata nella casa natale del Santo, recante negli occhi un “mistero esaltante”, che affascina i fedeli, i curiosi e alcuni scienziati di tutto il mondo. Destinatari di tutto ciò saranno i fedeli, i pellegrini che si muovono sulle rotte del turismo culturale-religioso, le scolaresche, le istituzioni educative, le associazioni ecclesiali e le comunità nazionali e internazionali che promuovono e si occupano della presenza pompiliana. Saranno stampate nuove pubblicazioni, per diffondere e far meglio conoscere la personalità e la missione del Pirrotti e le notizie, relative a quanto promosso nell’ambito del Giubileo Pompiliano, sono fruibili nel sito www.sanpompilio.it. Obiettivo non trascurabile è pure l’inserimento di Montecalvo Irpino in progetti di riqualificazione territoriale, seguendo una logica di sistema sinergico Regione-Enti locali-Partners economici e sociali, nazionali, europei ed extracomunitari, la cui finalità è anche il conseguimento di incrementi occupazionali. La cerimonia di apertura del Giubileo Pompiliano è sembrata un’apoteosi. Il paese si è fermato e la popolazione è accorsa in chiesa, probabilmente con lo stesso trasporto e fervore spirituale con cui furono accolte la beatificazione e la canonizzazione di S. Pompilio.
In un giorno così importante, va dato merito di tutto ciò a chi ne è stato l’artefice, che ha lavorato in questi ultimi dieci anni con passione devozionale e pastorale non comune, vale a dire don Teodoro Rapuano, che, giovane sacerdote, fu assegnato parroco a Montecalvo Irpino il 3 settembre 1999. Nel giro di qualche anno egli si sarebbe “innamorato” della vita eroica di S. Pompilio e della Madonna dell’Abbondanza, Mamma Bella per il santo montecalvese, che ben presto sarebbero diventati i cardini della sua funzione pastorale, nonché il motore dell’attività spirituale e di catechesi. E, con i termini del linguaggio economico, attualmente in uso e forse improprio in ambito religioso, si potrebbe dire che questi due riferimenti sacri sono diventati “una risorsa” per la spiritualità e la fede, non solo dei Montecalvesi. Se questi dieci anni di vita e dedizione per Montecalvo e la sua gente, da parte di don Teodoro, possono essere interpretati come un inno a san Pompilio, capace di spostare le montagne, soprattutto quelle dello scetticismo e dell’incomprensione, che spesso albergano nell’animo di certe persone, in realtà lui ha costruito, con la sua opera e il suo esempio, un insieme di strutture materiali, eventi liturgici, spirituali, culturali e iniziative pastorali e sociali, che sono sotto gli occhi di tutti e costituiscono un patrimonio comune. Di esso fa parte anche il recupero al culto della figura di S. Felice martire, protettore e patrono di Montecalvo, di cui si conservano le spoglie mortali in un’urna. Il tutto fu donato, con bolla di papa Clemente X, al duca Carlo Pignatelli di Montecalvo nel 1673, che in seguito ne fece dono al paese facendo traslare l’urna nella Collegiata di Santa Maria, dove è ancora presente il fonte battesimale, in cui fu battezzato S. Pompilio Maria Pirrotti. Fino a qualche decennio fa, nonostante che molti montecalvesi ne portino ancora il nome, se ne erano perse le tracce. Insomma, era ormai un santo caduto in disuso. Come un oggetto fuori moda. Grazie alla sua fervida attività e alle numerose iniziative, è riuscito a circondarsi di un nutrito gruppo di volontari, che collabora con la parrocchia, e con la sua opera ha posto un freno tangibile al declino del paese, che pareva inesorabile e inarrestabile, e perdurava dal terremoto del 1962. Insomma, don Teodoro ha fatto operazione di supplenza come ha potuto. E lo ha fatto magnificamente, rispetto a chi istituzionalmente avrebbe dovuto far sì che il paese non decadesse, fino a ridursi nelle condizioni finanziarie disastrose e di abbandono in cui si trova. E non pochi gratuiti strali velenosi ha attirato su di sé. Soprattutto in questi ultimi anni. Allo stato attuale, il colle del centro storico, in cima a cui è ubicata la medievale Collegiata di Santa Maria Maggiore, inserita nel complesso di edifici del Santuario Mamma Bella dell’Abbondanza e San Pompilio, non ha ripreso a brulicare di vita, ma la speranza è che le iniziative di don Teodoro, che nuova fiducia hanno dato sia ai Montecalvesi residenti che a quelli emigrati, insieme al restauro in atto del Castello e alla ricostruzione del Palazzo ducale, a cura della Soprintendenza di Salerno e Avellino, possano segnare per davvero una definitiva inversione di rotta per tutto il paese.
Forse, tutto è iniziato quel fatidico 16 marzo del 2001, quando, murate in un sottoscala di casa Pirrotti, agli operai intenti ai lavori di restauro dell’edificio non parve vero il rinvenimento di alcune statue lignee, che, seppure malridotte per le ingiurie del tempo, a un successivo e approfondito esame da parte degli esperti della Soprintendenza di Salerno e Avellino, sotto la direzione di Giuseppe Muollo, sarebbero state identificate come la statua della Madonna dell’Abbondanza, “Mamma Bella” per S. Pompilio, la statua di S. Lorenzo martire e il busto della Madonna Addolorata. Le tre statue appartenevano alla famiglia gentilizia montecalvese dei Pirrotti e, dopo un lungo, delicato e meticoloso restauro, hanno recuperato buona parte dell’antico splendore e sono tornate, dopo l’oblio, alla devozione dei fedeli. Ma oltre alla suggestione collegata a questo inatteso ritorno, c’è un mistero che riguarda la cinquecentesca statua della Madonna dell’Abbondanza, rivelatosi proprio in sede di restauro: un teschio, ben riconoscibile, nella pupilla vitrea del suo occhio destro. La statua è ora esposta alla devozione dei fedeli nella rinascimentale Cappella Carafa, nella Chiesa Abbaziale di Santa Maria Maggiore, la splendida Collegiata medievale a tre navate, che conserva ancora la struttura tardogotica del XV sec., situata in cima al centro storico montecalvese. Il casato dei Carafa diede alcuni cardinali alla città di Napoli nel XVI sec. e Giovan Pietro Carafa fu papa dal 1555 al 1559, col nome di Paolo IV, oltre che zio di Sigismondo Carafa, primo conte di Montecalvo. La statua di S. Lorenzo martire e il busto della Madonna Addolorata, invece, hanno trovato degna collocazione nel Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana. In questi anni, grazie all’opera instancabile di don Teodoro, che intanto è diventato abate, a Montecalvo si è realizzato quanto segue: soppressione, il 25 dicembre 1999, delle due Parrocchie di San Bartolomeo e di San Nicola per la successiva istituzione della nuova Parrocchia San Pompilio Maria Pirrotti; consacrazione, il 29 luglio 2000, della Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo; inaugurazione, il 13 agosto 2000, del Santuario Parrocchiale della Regina della Pace in Contrada Malvizza; consacrazione, il 9 dicembre 2000, della ricostruita Chiesa di San Nicola presso il castello diroccato di Corsano; arrivo a Montecalvo, nell’agosto dell’Anno Santo, dell’urna con i resti mortali di San Pompilio proveniente da Campi Salentina; nell’Anno del discepolato, visita dell’urna con i resti mortali dell’Apostolo San Bartolomeo; riconsacrazione e riapertura al pubblico, il 23 marzo 2002, della Chiesa Madre, già Collegiata di Santa Maria Maggiore; consentito, dal 25 aprile 2002, il culto della statua di Mamma Bella dell’Abbondanza, ritrovata nel Palazzo Pirrotti il 16 marzo del 2001; presentazione, l’8 marzo 2003, della cappella Carafa restaurata;apertura, l’11 gennaio 2004, della casa delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto; realizzazione del Centro di Pastorale Giovanile, su un terreno ridonato alla Parrocchia il 2 agosto 2005.
A queste operazioni ha presieduto S. E. Mons. Serafino Sprovieri, Arcivescovo Emerito di Benevento. Era quindi giusto che fosse lui, col consenso dell’attuale Arcivescovo, Mons. Andrea Mugione, ad aprire il Giubileo Pompiliano. Altre operazioni promosse e realizzate da don Teodoro sono: creazione della rivista Disputationes Pompilianae, di cui è direttore Mons. Pasquale Maria Mainolfi; inaugurazione della ristrutturata Cappella di S. Pompilio, il 15 luglio 2007, presente l’Arcivescovo Mons. Andrea Mugione; definizione e istituzione del Santuario Mamma Bella dell’Abbondanza e San Pompilio, inteso come complesso di edifici collocati all’interno del centro storico montecalvese; inaugurazione del Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana, il 17 luglio 2008, primo museo del paese, con sede nel Palazzo Pirrotti di Montecalvo Irpino, casa natale di S. Pompilio, con oltre 450 oggetti sacri e profani schedati dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino, diventato poi museo di rilevanza regionale. Dopo l’accoglienza, nella Sala consiliare montecalvese, della Delegazione comunale di Campi Salentina, guidata dal sindaco Roberto Palasciano, e del Rettore del Santuario di Campi Salentina, padre Giovanni De Matteis delle S. P., da parte delle Autorità civili di Montecalvo Irpino con a capo il sindaco Carlo Pizzillo, alle ore 13.00 (ora della nascita di San Pompilio) tutte le campane di Montecalvo hanno suonato a gloria, seguite poi dai fuochi pirotecnici. La celebrazione solenne è iniziata alle ore 17.00, davanti alla Cappella di S. Pompilio. A presiedere il sacro rito di apertura del Giubileo Pompiliano è stato S. E. Mons. Serafino Sprovieri, a cui ha rivolto il suo affettuoso e riconoscente bentornato don Teodoro Rapuano: «Eccellenza, oggi il popolo si stringe intorno a Lei, non soltanto per il bene che ha fatto a questa comunità, ma anche per rispondere alla sua domanda. Sì! la Madonna dell’Abbondanza è stata, è e sarà per le nuove generazioni un vero segno di Dio. Montecalvo, oggi, con questo caloroso applauso, Le dice: Grazie!». Dopo il saluto ai numerosi sacerdoti presenti, soprattutto i montecalvesi Mons. Pompilio Cristino, don Luigi Verzaro e don Biagio Corleone, il grazie di don Teodoro andava pure a padre Martino Gaudioso delle Scuole Pie, prezioso amico e compagno di viaggio che ha fornito in questi anni la chiave di lettura per comprendere la poliedrica e affascinante figura del suo confratello S. Pompilio: «Senza le tue presenze agostane a Montecalvo, oggi saremmo più poveri. In questo giorno di comune festa, con questo caloroso applauso, ti diciamo che non hai bisogno di cittadinanze onorarie, perché sei già uno di noi, un montecalvese doc. Grazie per la tua quarantennale presenza in mezzo a noi!». Dopo la visita al Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana, la proiezione del filmato su San Pompilio e la Madonna nella Sala Belvedere del Castello ducale, il brindisi e la foto ufficiale di gruppo, vi è stata la solenne Concelebrazione eucaristica, nel Santuario Mamma Bella dell’Abbondanza e San Pompilio, presieduta da S. E. Mons. Serafino Sprovieri. Dopo l’omelia si è proceduto, nell’ordine che segue, all’accensione delle cinque fiammelle del Candelabro del Giubileo, fatto creare appositamente per questo evento: il Sindaco di Montecalvo Irpino; l’Arcivescovo e il Parroco di Montecalvo; il rappresentante dell’Ordine delle Scuole Pie; il Rettore del Santuario di Campi Salentina; il Sindaco di Campi Salentina. Al termine della Concelebrazione eucaristica, si è recitata la preghiera conclusiva davanti al Fonte Battesimale. Durante la cerimonia, Don Teodoro, dopo aver salutato e ringraziato le autorità religiose e i numerosi amministratori comunali, provinciali e regionali convenuti dalla Campania e dal Salento, ha ricordato ai presenti che veramente profetiche furono le parole pronunciate, proprio qui, dall’indimenticabile pastore della Chiesa beneventana, Mons. Raffaele Calabria: “Questa nostra terra è terra di santi!”. E ha proseguito dicendo che quest’Anno Giubilare sarà un anno propizio, per confrontarci nella nostra comune vocazione alla santità. Infatti, faceva notare che, in pochi chilometri quadrati di territorio tra il Sannio e l’Irpinia, Dio ha voluto disegnare una straordinaria mappa della santità, che non coinvolge solo santi sacerdoti, ma anche laici e religiose: Pietrelcina, con San Pio, di cui ricorre quest’anno il centenario dell’ordinazione sacerdotale, avvenuta nel duomo di Benevento il 10 agosto 1910; Benevento, con San Giuseppe Moscati, il santo medico; Altavilla Irpina, con Sant’Alberico Crescitelli sacerdote missionario del PIME morto martire in Cina, di cui ricorre quest’anno il decennale della canonizzazione; Montefusco e Pietradefusi con Teresa Manganiello di cui è stata, da pochi giorni, riconosciuta la venerabilità. Dunque, finalmente è arrivato e trascorso con giubilo il 29 settembre 2009. Ma non è un traguardo. È solo il via, dato per i tempi nuovi che si approssimano e un ritorno atteso. Quello di S. Pompilio. Sotto una luce nuova e una spiritualità rinnovata nell’animo dei fedeli e dei pellegrini che giungeranno in paese. Un giorno memorabile, a cui i Montecalvesi, sospendendo ogni attività, hanno partecipato in massa, con devozione e affetto sincero per il proprio santo. Scritto da Angelo Siciliano Creato: 12 Settembre 2010
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