Montecalvo, Giuseppe Cristino morto prigioniero di Francisco Franco in Spagna


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Antifascista di Montecalvo Irpino (Av) che combatté nella Brigata Garibaldi in difesa della Repubblica spagnola del 1936-39

Ogni anno, il 20 agosto, a Montecalvo Irpino (Av) si festeggia il santo locale, San Pompilio Maria Pirrotti (Montecalvo Irpino, 1710, – 1766, Campi Salentina-Le).
Ma questo è anche il giorno in cui morì in Spagna, prigioniero del dittatore Francisco Franco, il combattente antifascista montecalvese Giuseppe Cristino.
Il 20 agosto 1991, la famiglia di Pietro Cristino (Montecalvo Irpino, 1882 – 1962), rappresentata da sua figlia Alba e da sua nuora Agnese, mi chiese di commemorare Giuseppe Cristino (Montecalvo Irpino, 17 maggio 1918 – 20 agosto 1941, Palencia-Spagna), rispettivamente figlio, fratello e cognato dei tre Cristino. Pietro Cristino, farmacista noto in paese come “don Piétru Cristìnu”, prima socialriformista e poi socialista dal 1924, dopo l’avvento del fascismo nel 1922, fece le sue scelte politiche ed operò sempre in opposizione al regime fascista.Sottoposto a restrizioni severe delle libertà personali, a seguito della “ammonizione” della Questura, motivata dalla sua accertata attività sovversiva, egli sopportò con dignità ogni vessazione, compreso un breve arresto cautelare, in occasione delle nozze di S.A.R. il Principe Ereditario Umberto di Savoia, celebrate l’8 gennaio 1930.Intransigente oppositore del regime, divenne soprattutto un punto di riferimento morale per gli antifascisti montecalvesi e per quelli dei comuni vicini, perché col tempo ogni forma d’azione politica gli era impedita con ispezioni e controlli rigorosi di polizia.Con la caduta del fascismo, l’8 settembre 1943, il Governo Militare alleato del 1943 nominò commissario civico del paese un ricco possidente del luogo “don Filìce Mingarèlla”, Felice Caccese (fratello dell’ingegnere e gerarca fascista Francesco Caccese, federale della provincia di Gorizia, regio deputato, che ricoprì la carica di Ministro dei lavori pubblici con Mussolini, accusato dopo la liberazione di persecuzioni dell’etnia slovena), che rimase in carica dal novembre 1943 al maggio 1944. Il loro fratello Carlo, medico, sarebbe stato successivamente candidato a sindaco per la Democrazia Cristiana, ma sarebbe stato sconfitto. Al commissario Felice Caccese successe, dal giugno 1944 al 6 aprile 1946, un antifascista, il socialista Pietro Cristino, sempre con la carica di commissario civico, ma stavolta per nomina del CLN (il Comitato di Liberazione Nazionale fu un’organizzazione politica e militare italiana costituita da elementi dei principali partiti e movimenti del Paese, formatasi a Roma il 9 settembre 1943, allo scopo di opporsi al fascismo e all’occupazione nazista in Italia, e si sciolse nel 1947).
Pietro Cristino fu proclamato sindaco di Montecalvo Irpino, il 7 aprile 1946, dopo la vittoria riportata, nei confronti del partito della Democrazia Cristiana, con la lista frontista della Spiga formata da socialisti e comunisti. Fu il primo sindaco democraticamente eletto del paese per due mandati, dal 1946 al 1952.
 
Anche da Montecalvo Irpino, nell’ottobre del 1922, era partito un gruppo di partecipanti locali alla marcia su Roma. Tuttavia in paese mai si era sopito lo spirito democratico e antifascista, tanto da farlo diventare, negli anni ’50 del ‘900, una delle roccaforti rosse dell’Irpinia.
Nel gennaio 1944 a Montecalvo Irpino, in Via Roma, fu fondata la prima cellula del Partito Comunista Italiano, col nome di “Circolo di cultura della Sezione Comunista Giuseppe Cristino”, con la benedizione del parroco don Michele Bellaroba, sia alla sezione che alla bandiera rossa, ricamata da Vincenzina La Vigna, fidanzata di Antonio Smorto, antifascista calabrese e confinato politico a Montecalvo Irpino.
Tra i fondatori del partito vi erano Antonio Giasullo, Antonio Pappano, Pompilio Santosuosso, Fedele Schiavone, Antonio Smorto, Antonio Tedesco e altri.
Col referendum istituzionale del 2 giugno 1946 fu proclamata la Repubblica Italiana e il re Umberto II, soprannominato Re di Maggio, andò in esilio in Portogallo.
Giuseppe Cristino assistette alle vicende paterne maturando una spontanea e autonoma formazione politica, caratterizzata da una precoce opposizione alla dittatura fascista, non rivelata ad alcuno.
A Napoli, dove per motivi di studio s’era trasferito con la madre, M. Michela Capozzi, e i fratelli Oreste e Alba, nel 1938 decise di espatriare per partecipare alla guerra civile spagnola. A Parigi, dov’era giunto con pochi risparmi, grazie ad un finto viaggio turistico, entrò in contatto con altri antifascisti e si arruolò nelle Brigate Internazionali.
Entrato clandestinamente in Spagna, combatté nella Brigata Garibaldi in difesa della Repubblica spagnola.
Fatto prigioniero dai franchisti, fu internato in un campo di concentramento dove morì, presso Burgos, il 20 agosto 1941, stroncato da un’epidemia di tifo. Comunque, se fosse sopravvissuto, l’avrebbero consegnato allo Stato italiano, il che sarebbe equivalso probabilmente alla sua condanna a morte, giacché nel 1939 erano avvenute delle fucilazioni, per ordine dello stesso Mussolini, di antifascisti italiani catturati in Spagna.
Tuttavia va riferito che da Montecalvo era partito per la Spagna anche qualche volontario, arruolato dal regime fascista, per combattere a fianco delle falangi franchiste. Relativamente ad uno di questi volontari, si raccontava che sua moglie, con le rimesse ricevute dal marito combattente in Spagna, si era comprato un appezzamento di terra intestandolo al proprio nome (Lu marìtu ha gghhjut’a pparà li ppaddròttil’a la Spagna e la mugliére, cu la pava ca iddru l’ave mmannàtu, s’av’accattàtu la terr’a ppiéttu suju!).
Arrigo Boldrini (1915-2008), ex partigiano e parlamentare comunista dal 1948 al 1994, nonché presidente dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, si occupò del recupero della salma di Giuseppe Cristino ma ciò risultò impossibile, perché costui era stato sepolto in una fossa comune che era stata poi rimossa, per creare nella zona uno spazio pubblico.
Gli ultimi anni della sua vita Pietro Cristino li avrebbe trascorsi seduto e silenzioso su una sedia, a causa di una paralisi che l’aveva colpito.
Era di conforto per Pietro Cristino, sopravvissuto al figlio per ventuno anni, il sapere che Giuseppe si era sacrificato per il suo ideale di libertà.
Padre e figlio, dunque, erano accomunati nei loro ideali di democrazia e la loro storia andrebbe fatta conoscere ai giovani. Però, quasi fossero dei personaggi scomodi o ingombranti, Montecalvo, come succede spesso nei paesi, per quella cerimonia scelse il silenzio.
La famiglia Cristino, quel 20 agosto 1991, si ritrovò da sola a commemorare il suo caduto. Partecipò a titolo personale solo Antonio Cipriano, che allora ricopriva la carica di segretario della locale sezione del Partito Democratico della Sinistra (PDS), subentrato al PCI, Partito Comunista Italiano, dopo che il 3 febbraio 1991 ne era stato approvato lo scioglimento.
Personalmente, da emigrato, fui incaricato dalla famiglia Cristino di commemorare il loro congiunto Giuseppe. Accettai con piacere quella richiesta e scrissi un articolo e due epigrafi. Un’epigrafe uscì in un libro di poesie e una, a caratteri cubitali in bronzo, è sulla lapide della tomba di Giuseppe nella cappella di famiglia nel cimitero di Montecalvo Irpino. Scattai anche alcune foto durante la cerimonia.
Purtroppo, nella sua tomba, i suoi familiari deposero solo qualche effetto personale del congiunto, perché le sue spoglie erano andate disperse in Spagna. (Angelo Siciliano – Zell, 20.08.2023
 
 

 
EPIGRAFE PER GIUSEPPE CRISTINO
Tu lo sapevi come pochi
altri a differenza dei più:
la libertà infiamma i cuori
illumina il cammino umano
sa cogliere l’unico fiore
quello della gioventù.
Gli ideali grata mercede
più equa di qualsiasi moneta
la vera unica certezza
antidoto alle ambigue promesse
farneticazioni dei potenti di turno.
Nel cinquantenario del sacrificio
dalla terra di Spagna ormai democrazia
non ci tornano ceneri
ma la tua coerenza morale
da tempo chiede d’essere nostra.
Angelo Siciliano, Montecalvo Irpino, 20.8.1991.
Da: DEDICHE, calligrammi epigrammi epigrafi con increspature barbariche, Edizioni ARCA, Trento 1994.
EPIGRAFE PER GIUSEPPE CRISTINO
LA LIBERTÀ INFIAMMA I CUORI
E ILLUMINA LA STORIA DELL’UMANITÀ
PER ESSA GIUSEPPE CRISTINO
SI IMMOLÒ IN TERRA DI SPAGNA
MONTECALVO IRPINO 1918 – PALENCIA “SPAGNA” 1941

Angelo Siciliano, Montecalvo Irpino, 20.8.1991.

A caratteri cubitali in bronzo sulla tomba di Giuseppe Cristino.