I protestanti di
Montecalvo Irpino (AV), li putristànti, nel 1947 si
costituivano in Chiesa Evangelica dei Pentecostali, con sede a
Corsano, contrada in cui esisteva un antico e orgoglioso castello,
retaggio di un feudo indipendente nei secoli passati, ancora
integro, seppure danneggiato dal sisma del 1930. Lo avrebbe
sgarrupàtu il sisma successivo, quello del 1962, e danni
ulteriori li avrebbe arrecati il terremoto del 1980. Poi,
l’incuria dei proprietari, e quella assai più grave delle
amministrazioni locali, succedutesi nei decenni successivi, lo
avrebbero condannato a perpetuare di sé una testimonianza di
indegne macerie, invase inesorabilmente dalla boscaglia.
Chiesa evangelica a Corsano (Montecalvo
Irpino)
La gente del
posto era portatrice di una spiccata identità etnica, con
distintive connotazioni rispetto a quelle degli altri montecalvesi.
Forse era alimentata non solo dalla presenza del castello
suddetto, ma anche dal fatto che alcuni curzanìsi non erano
nativi del luogo, oppure erano discendenti da immigrati da qualche
paese del beneventano, che avevano trovato in questo territorio
una sistemazione definitiva o delle soddisfacenti opportunità di
lavoro.
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L’evangelizzazione era cominciata nel 1942-43, con la conversione,
grazie ad un pastore di Cervinara (AV), Giuseppe Paduano, di una
contadina di contrada Sauda e suo suocero. Poi si erano convertiti
il marito di costei e altri contadini, grazie ad un fervente
proselitismo.
Il fascismo, che
perseguitava e vessava i protestanti, con sequestri personali e
ammende, anche su istigazione del clero, a Montecalvo, per ragioni
temporali, non faceva in tempo ad intervenire con i suoi metodi
autoritari e coercitivi.
Il gruppo
fondatore montecalvese, su un totale di circa cinquemila
residenti, contava oltre cento convertiti, che procedettero alla
fondazione della loro chiesa.
Essi hanno sempre
avversato il Papa sostenendo, alla luce delle scritture, che lui
non può autodefinirsi vicario di Cristo, perché Cristo non ha
lasciato alcun vicario sulla terra.
Sono per la
laicità dello Stato italiano.
Sono stati
guardati sempre con diffidenza e considerati dei “diversi” nella
comunità montecalvese.
Osteggiati dai
parroci, malvisti dai compaesani che si atteggiavano a maggiorenti
del partito della Democrazia cristiana locale, erano sospettati di
essere socialisti, comunisti, se non addirittura in odore
d’anarchia.
Nel 1947, la sera
in cui tennero la prima funzione religiosa, lu cultu, in un
locale presso il Palazzo De Cillis, in Corso Umberto I, a la
vija ‘lu Mónte, a Montecalvo era nevicato. Quando, a funzione
ultimata, i fratelli si riversarono in strada, venivano sottoposti
ad un vero e proprio “bombardamento” di palle di neve, da un
nutrito gruppo di giovani, che si era sistemato nel cortile del
sovrastante Palazzo ducale. Perché questi desistessero dalla loro
bravata, dovette intervenire, con modi convincenti, il
vice-sindaco di allora, il socialista Ciccio Panzone, componente
della prima amministrazione democratica montecalvese, eletta nel
1946 con la lista frontista della Spiga, con a capo il sindaco
socialista Pietro Cristino.
Un’altra sera,
durante la celebrazione di una funzione religiosa, arrivavano
altri disturbatori. Stavolta, varcavano la porta d’ingresso del
locale in cui si teneva il culto, arrivando a provocazioni di tipo
personale. La serata si chiudeva con una salutare scazzottata
generale.
Vi fu chi
minimizzò l’accaduto, facendo passare questi episodi per delle
ragazzate. Sicuramente una bazzecola, rispetto alle persecuzioni
agli eretici del passato. Ma tra i fratelli serpeggiava il
sospetto che dietro di essi vi fossero dei mandanti adulti, forse
anche qualche parroco, con l’intenzione di emarginare, intimorire
e far richiudere in se stessa la comunità protestante montecalvese,
che pure teneva un comportamento corretto e molto riservato.
Ma queste subdole
manovre non sortivano alcun effetto. E poi i protestanti
montecalvesi, caratterizzati da un forte senso d’appartenenza,
sono stati sempre capaci di una tangibile solidarietà, verso i
fratelli sfortunati della propria comunità religiosa.
Introdussero
nella loro comunità i nomi biblici di David, Sara, Isaia, Daniele
e Ruth, imponendoli ai propri figli. E questi nomi, nell’altra
parte della comunità, quella non evangelica, alimentavano
curiosità, scetticismo, pregiudizi e maldicenza. Così la diversità
si alimentava e perpetuava.
Gli evangelici,
agli occhi degli altri compaesani, allineati su posizioni usuali e
conformiste, erano posti all’indice della comunità, quasi fossero
dei portatori di rogna. Insomma, una sorta di “peste sociale”.
All’esterno essi apparivano così convinti della propria fede, da
sembrare ostinati e sordi alle ragioni altrui, in fatto di
convinzione e pratica religiosa. Sono stati sempre coerenti con le
proprie idee, e refrattari a certi comportamenti ipocriti della
nostra società. Non partecipano alle feste religiose cattoliche,
osteggiano i santi e le idolatrie, di cui, ai loro occhi, statue e
immagini sacre sono fatte oggetto da parte dei credenti cattolici.
I fratelli e le
sorelle, che si sono separati dal coniuge, se dopo la separazione
non hanno intrecciato nuovi rapporti con l’altro sesso, non
subiscono discriminazioni all’interno della chiesa evangelica,
come fa invece la Chiesa cattolica con i propri fedeli. Solo se,
dopo la separazione, essi hanno avviato un nuovo legame, durante i
riti religiosi devono sedere all’ultimo posto nel tempio.
Per quanto
concerne i finanziamenti, la Sede Centrale di Roma dei
Pentecostali beneficia dei fondi, che le vengono attribuiti dai
contribuenti con la destinazione dell’8 per mille, e, grazie ad
essi, gestisce una casa di riposo, una casa del fanciullo e una
scuola biblica.
La contrada di
Corsano si è spopolata negli ultimi decenni del Novecento. Tanti
contadini e i loro figli sono emigrati nelle due Americhe,
nell’Italia centro-settentrionale e negli altri paesi europei. Le
case coloniche e i casolari, seppure ricostruiti o rimessi a
nuovo, dopo i terremoti del 1962 e del 1980, sono in buona parte
vuoti e abbandonati. Anche se il terreno circostante è ancora
coltivato.
L’emigrazione ha
ridimensionato il numero degli evangelici montecalvesi. Tanti
fratelli emigrati hanno cercato di non perdere i contatti con
coloro che sono rimasti. Purtroppo, il tempo e la distanza hanno
contribuito a sbiadire i ricordi, e allentato inevitabilmente i
rapporti personali.
A Corsano, esiste
sempre il tempio dei Pentecostali montecalvesi. Ma la diaspora non
poteva non produrre effetti deleteri sull’esistenza di questa
piccola comunità religiosa. Col tempo il numero dei fedeli si è
ulteriormente ridotto, oltre per i decessi degli anziani, anche
per mancanza di ricambi generazionali. A detta dei fratelli, i
giovani, purtroppo, fanno mancare il loro apporto vitale, e i
problemi finanziari della comunità religiosa sono risolti con
qualche fatica, grazie all’autotassazione, da parte di chi è
pensionato.
Montecalvo, 22 agosto 2005
Angelo Siciliano
www.angelosiciliano.com
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Breve
storia dei protestanti.
Gesù Cristo è
il figlio di Dio. I cristiani sono i suoi seguaci. Ma non
sempre questi l’hanno pensata allo stesso modo, a riguardo di
questioni essenziali come la fede, la dottrina e la liturgia. Nel Medioevo
chi dissentiva dal Vescovo di Roma era definito eretico. E
tuttavia diversi gruppi religiosi, che predicavano il ritorno
alla fedeltà dell’insegnamento evangelico, si andavano
costituendo e consolidando in Europa: Catari, Valdesi, Hussiti
e Albigesi. Gli
appartenenti a questi gruppi, tacciati d’eresia, erano
perseguitati dall’Inquisizione romana, vale a dire il
tribunale diocesano istituito tra la fine del XII e l’inizio
del XIII sec. Chi non si adeguava all’autorità del Papa subiva
torture e, in caso di recidiva, finiva al rogo. In tutta
l’Europa, centinaia di migliaia di persone furono sterminate o
deportate per questo motivo.
Nel XIV sec.,
esauritesi le grandi eresie popolari, la Chiesa puntava la sua
attenzione a maghi e streghe, equiparati agli eretici. Nei
vari paesi europei i processi alle streghe, anche di massa,
facevano finire sul rogo migliaia di donne.Alla fine del XV sec., in Spagna s’istituiva l’Inquisizione spagnola che, al
servizio dell’assolutismo monarchico di quel paese, adottava
metodi spietati e cruenti verso ebrei e mussulmani, sospettati
di essersi convertiti al cattolicesimo per mera convenienza.
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interno di una chiesa protestante |
Nel Cinquecento
il principale motivo di dissenso, nei confronti della Chiesa
romana, era rappresentato dalla vendita delle Indulgenze, messo in
piedi per rimpinguare le casse del Papa. Per i fedeli era
insopportabile che i ricchi, pagando, potessero comprarsi il
paradiso. Nel 1517 il
monaco tedesco Martin Lutero, domenicano e profondo studioso della
Bibbia, insorgeva contro il sistema delle Indulgenze e il potere
temporale dei Papi. Raccoglieva attorno a sé il consenso di mezza
Europa e chiedeva che la Chiesa tutta fosse riformata, seguendo la
Scrittura e tornando alla Chiesa apostolica. Il Papa non
accettava la sfida e il tentativo di riforma falliva, ma molti
Principi e Reali europei si schieravano con i Riformatori,
com’erano chiamati Lutero e i suoi seguaci, che si autodefinivano
“evangelici”, perché propugnatori del
ritorno al Vangelo. Erano detti
“protestanti”, perché rivendicavano davanti all’Imperatore il
diritto di predicare liberamente la parola di Dio. Nel 1542
l’Inquisizione era trasformata in Sant’Uffizio, ma non cambiavano
né i metodi né i sistemi, come la tortura, per estorcere
confessioni e ritrattazioni. Il Concilio di
Trento, 1545-1563, dove pure erano presenti alcuni sostenitori del
dialogo con i Riformatori, non solo non riusciva a sanare la
spaccatura venutasi a creare tra i cristiani, ma ne uscivano
condannati il movimento dei protestanti e le sue tesi. Da esso
avrebbe preso avvio la Controriforma, ovvero la reazione,
organizzata e sistematica della Chiesa di Roma, in campo
religioso, politico, sociale, culturale e artistico, con periodi
di vero e proprio oscurantismo e guerre dolorose, che avrebbero
insanguinato l’Europa, e sarebbero durate fino al XVII sec. Poiché, dalla
Riforma in poi, tanti credenti intendevano professare liberamente
la propria fede in Cristo, il movimento protestante capiva di
doversi dare un’organizzazione stabile, coerente con quanto andava
predicando.
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Martin Lutero |
In Germania
s’istituivano le chiese nazionali luterane. In Inghilterra la
monarchia dava vita ad una nuova chiesa, la Chiesa d’Inghilterra,
detta anglicana. Nel resto d’Europa, era il professore di Ginevra,
Giovanni Calvino, a dare una forte impronta al movimento
protestante. In opposizione
alla Chiesa cattolica di Roma, si sono andate costituendo col
tempo libere assemblee di credenti: Battisti, Luterani,
Presbiteriani, Metodisti, Valdesi, Riformati, Anglicani, e tante
altre con differenti denominazioni in tutto il mondo.I protestanti, o evangelici, sono
cristiani e credono in un solo Dio, nel suo unigenito Gesù Cristo
e nello Spirito Santo, potenza di Dio operante nella storia. Dio ha inviato
sulla terra il suo unigenito figlio, per stringere un
Nuovo Patto
con l’uomo, siglato dal sacrificio unico ed irripetibile di Gesù
Cristo. Rifiutano ogni
forma di venerazione per Maria, i santi e le icone.I due soli sacramenti istituiti da
Cristo, il battesimo e l’eucaristia, sono segni della grazia
divina e non i mezzi per ottenerla. Perciò le chiese evangeliche
non hanno sacerdoti. Tutti i credenti hanno pari dignità e
responsabilità nella predicazione e nella testimonianza. Fanno riferimento alla Riforma del XVI
sec. di Lutero, Zwingli e Calvino, e a due grandi movimenti di
riforma della chiesa, quello Battista e quello Metodista.Per loro la Bibbia è l’unica autorità
in materia di fede, e come tale va interpretata. Tutto ciò che la
Scrittura chiama salvezza, rappresenta la grazia di Dio. In altre
parole essa costituisce il suo dono, derivante dalla sua
benevolenza manifestata nel suo figlio Gesù, e non dalla qualità
della condotta morale della persona. La fede nel linguaggio biblico è
l’accoglimento di questa prospettiva di vita. La chiesa è la comunità dei credenti,
riunita per l’annuncio della grazia di Dio a tutti i fedeli, sia
uomini che donne. Le chiese evangeliche sono dirette
dall’assemblea di tutti i loro membri, cui spettano le decisioni.
A decidere può essere delegato un organo esecutivo, ma la
responsabilità direttiva non spetta ai pastori, che, del proprio
operato, devono dar conto all’assemblea e agli altri organismi.Il tempio è il luogo di culto, così
chiamato per distinguerlo dalla chiesa, che è la comunità. Non è
uno spazio sacro, ed è adoperato, oltre che per usi liturgici,
anche per altri scopi. In ogni modo può essere chiamato anche
chiesa.Il culto è la funzione religiosa, la cui
parte centrale è il sermone, vale a dire la predicazione biblica.
I pastori possono essere sia uomini che
donne, purché abbiano seguito una preparazione religiosa
specifica. Come ministero annunciano la Parola di Dio e lavorano a
tempo pieno nella chiesa.
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Zwingli
Giovanni Calvino |
Anche altri appartenenti alla comunità
religiosa, se si ritengono preparati, possono annunciare la Parola
di Dio, celebrare i sacramenti del battesimo e della cena del
Signore, occuparsi della catechesi e della cura pastorale. Le chiese
protestanti si autofinanziano con il contributo degli appartenenti
alla comunità. Quelle valdesi e metodiste partecipano alla
ripartizione dell’8 per mille, destinato loro dai cittadini
italiani in sede di dichiarazione dei redditi, e i proventi sono
destinati esclusivamente ad opere sociali e culturali, ma non per
finanziare la chiesa o pagare lo stipendio ai pastori. In Italia le
maggiori chiese e confessioni evangeliche, dette protestanti,
sono:
Assemblee
di Dio in Italia (ADI),
Chiesa
evangelica valdese,
Chiesa
evangelica battista,
Chiese
pentecostali libere,
Chiesa
cristiana avventista del 7° giorno,
Chiesa
evangelica luterana. I
Testimoni
di Geova e la
Chiesa di
Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (Mormoni)
appartengono a gruppi religiosi sorti nell’ambito del
protestantesimo
statunitense, ma da cui si sono successivamente
distinti per l’elaborazione di particolari dottrine, che poco
hanno a che vedere con la dottrina evangelica. Tuttavia, i
Testimoni di Geova sono il gruppo religioso italiano con il
maggior numero d’adepti, dopo il
cattolicesimo e l’Islam,
praticato quest’ultimo per lo più da immigrati extracomunitari. Durante il
fascismo, le chiese protestanti, come altre istituzioni
apolitiche, hanno subito controlli continui e severe restrizioni. La Chiesa
Avventista del Settimo Giorno, una piccola chiesa evangelica
costituita alla fine degli anni Settanta dell’Ottocento, a
differenza d’altre confessioni, come quelle dei Valdesi, Metodisti
e Battisti, è stata sempre apolitica, seppure con una
partecipazione attiva alla vita pubblica del paese. Dopo le
iniziali difficoltà, anche a causa dell’ostilità della Chiesa
cattolica e le incomprensioni con altri gruppi protestanti, essa
cominciò a crescere all’inizio del Novecento e si diffuse
maggiormente dopo la prima guerra mondiale. Sotto il
fascismo, fu sottoposta ad indagini accurate e subì vessazioni
subito dopo la firma dei Patti Lateranensi, e negli anni della
seconda guerra mondiale, sebbene essa rientrasse nei “culti
ammessi”, previsti dalla legge n. 1159/29. Ma chi subì
continui arresti sotto il regime, furono i Testimoni di Geova e i
Pentecostali, che non erano tra i “culti ammessi”. Le motivazioni
erano semplicemente banali. Bastava il ritrovamento di un opuscolo
religioso, nella casa del perquisito, per finire nelle patrie
galere. Anche il semplice studio e la messa in pratica della
Bibbia, da parte dei protestanti, erano elementi di sospetto e
disturbo per l’ideologia fascista. Nonostante la
ferma opposizione del Vaticano e di Pio XII, che tra tutti i
protestanti riteneva i Pentecostali la “spina più pungente”, e
osteggiava fortemente la costituzione di una loro chiesa
evangelica italiana, pare che, grazie all’intervento e alle
pressioni degli americani, che avevano cominciato a occupare
l’Italia a partire dal 1943, il gruppo fondatore ottenne il
permesso di costituirsi in chiesa, con sede centrale a Roma. I Pentecostali
erano nati negli USA, dove c’è sempre stata una forte presenza di
chiese protestanti, i cui capi sostengono che nel mondo i loro
fedeli superano di molto il mezzo miliardo di persone. Uno dei simboli
del protestantesimo americano è stato Martin Luther King.
Afroamericano, seppe incarnare la figura emblematica di
predicatore e martire della fratellanza, e della lotta contro la
disuguaglianza razziale. Nato ad Atlanta nel 1929, veniva
assassinato a Menphis nel 1960. Nel 1945, a Roma,
vi fu il raduno di un paio di centinaia di Pentecostali,
intenzionati a celebrare pubblicamente il culto e rendersi così
visibili alla gente. Il luogo in cui erano confluiti – pare fosse
Piazza Ferrara –, fu subito circondato da polizia e carabinieri, e
chi li comandava, come usava durante il fascismo, era pronto a
costringere allo sgombero quei “diversi”, intervenendo a
manganellate. Le forze di liberazione americane, evidentemente
preavvisate da qualcuno, inviavano sul posto una loro squadra su
una camionetta. Il loro capo, dopo aver confabulato col
responsabile delle forze dell’ordine, faceva esporre tre bandiere
americane ai due accessi della piazza. Potrà sembrare strano, ma
anche in fatto di libertà religiosa gli americani avevano da
insegnare tanto ad italiani ed europei, e il raduno poté
concludersi pacificamente com’era iniziato.
Il 15 settembre 1999, a Monteforte
Irpino (AV), nasceva la Federazione delle Chiese Pentecostali
Italiane, quale naturale evoluzione della Conferenza Ministeriale
di Massafra (TA) del 1983, e del successivo Raduno dei
Ministri Pentecostali, tenutosi a Castelvolturno (CE) nel maggio
del 1997. L’obiettivo era di favorire un rapporto di
collaborazione più stretto, non solo tra i pastori, ma anche tra
le chiese, nella consapevolezza che solo la completa fedeltà alla
Parola del Signore consente il superamento delle umane
distinzioni, e la piena comunione dei credenti. Va dato merito a
Papa Giovanni Paolo II, per aver chiesto perdono delle gravi
ingiustizie che la Chiesa di Roma ha perpetrato nei secoli
passati.
Montecalvo, 22 agosto 2005
Angelo Siciliano
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